Ludovica ha partecipato in rappresentanza di Bilanci di Giustizia al NESI FORUM di Malaga
Ci racconta i tre giorni in diario e immagini
Mercoledì 19 aprile
Sono arrivata presto, nel primo pomeriggio, al palazzo dei congressi di Malaga, è imponente e moderno: qui sta per cominciare il primo New Economy and Social Innovation Global Forum, un incontro internazionale di tante realtà di economia etica, sociale, collaborativa, organizzato dal Global Hub for the Common Good.
Ritiro il mio pass e noto subito un’auto di grossa cilindrata parcheggiata all’interno della “piazza” centrale, una sorta di moderno patio del palazzo; stona un po’ ma capisco che è di Cabify, uno degli sponsor, che svolge un servizio di car sharing tipo Uber: è diffuso in Spagna, Portogallo e America Latina. Al bar mi danno un prodotto della Nestlé, cominciamo male, vedremo domani col pranzo come sono organizzati. Poi però noto delle piccole strutture in legno, degli scaffali che ospitano una serie di piante aromatiche, e delle panchette in legno fatte con pallet riciclati, questi mi piacciono già di più.
Finalmente ci fanno entrare nell’auditorium: l’allestimento del palco non è proprio quello tipico di una conferenza, sembra piuttosto il palcoscenico di un teatro, c’è un divano al centro, senza tavoli davanti, ed è pieno di piantine anche qui, domina il verde. La sessione di questo pomeriggio è coordinata e moderata da Brenda King del Comitato Economico e Sociale Europeo (organo consultivo dell’Unione Europea) e da Tomas de Lara di Sistema B (certificazione sociale e ambientale delle imprese, è il corrispondente di B Corp in America Latina).
Si comincia con le autorità locali, il sindaco di Malaga, la presidente della provincia di Malaga e il rettore dell’Università. Malaga non è stata scelta a caso come sede dell’evento, perché le autorità locali promuovono e sostengono tutte le forme di economia alternativa, e c’è molto fermento in questo senso nel tessuto sociale della città.
Dopo di loro interviene Diego Isabel La Moneda, ideatore del NESI Forum, che illustra come la nuova economia sia già una realtà, qui e ora, “recitando” sul palco con altri due ragazzi, per far vedere in quanti ambiti della nostra vita possiamo già fare scelte alternative nei nostri consumi, dai prodotti agricoli locali a quelli del commercio equo, dal Fairphone che tiene in mano alla maglietta di cotone riciclato che indossa.
Subito dopo salgono sul palco i rappresentanti delle principali organizzazioni presenti qui a Malaga, a ognuno è stato chiesto di portare un oggetto che rappresenti la sua attività: tra gli altri Gunter Pauli della Blue Economy porta un pezzo di bambù, un materiale naturale, flessibile e resistente, adatto anche per la bioedilizia, e un piccolo oggetto a forma di cuore, perché se non ci si mette il cuore in quello che si fa, qualsiasi strategia è inutile. C’è anche Yuan Yang, corrispondente a Pechino del Financial Times, che coordina una rete di studenti di economia che si batte per riformare l’insegnamento dell’economia nelle università (Rethinking Economics). Marcos Eguiguren fa parte della Global Alliance for Banking on Values, un coordinamento delle banche etiche, e porta un salvadanaio a forma di pianeta terra, perché è importante sapere dove vanno a finire i nostri soldi. Juan del Río coordina la Red de Transición delle città in transizione della Spagna, e presenta un breve video che ha per protagonisti i semi, con contributi da varie città in transizione di tutto il mondo, tra cui Santorso in provincia di Vicenza.
A conclusione del pomeriggio viene letta a più voci sul palco la Carta di Malaga, la dichiarazione di intenti della conferenza, da un gruppo eterogeneo che comprende, tra gli altri, attivisti di varie organizzazioni presenti al Forum e ragazzini delle scuole di Malaga.
Giovedì 20 aprile
La mattinata è incentrata sui temi della finanza e delle banche, i relatori sottolineano come sia necessario riformare il sistema, creare forme diverse di moneta, di finanza e di banca, dove i soldi non siano il fine ma un mezzo, uno strumento dell’economia per il benessere di tutti. James Vaccaro di Triodos Bank ricorda come la priorità nella nostra vita devono essere le relazioni con gli altri, sono quelle che ci fanno stare veramente bene, più di ogni altra cosa. Brett Scott, un esperto sudafricano di innovazione finanziaria, parla della distanza che esiste attualmente tra finanza ed economia reale, dovuta anche alla spersonalizzazione e all’uso massiccio della tecnologia: la vera rivoluzione oggi è tornare all’uso dei contanti, alle monete locali, ai sistemi di scambio locale come il Sardex, la moneta locale che sta avendo grande successo in Sardegna.
Durante il break ci sono grandi casse di frutta a disposizione per uno spuntino sano, e buonissima spremuta di arancia appena fatta.
Nella seconda parte della mattinata io e Roberto, che nel frattempo mi ha raggiunto, partecipiamo a un workshop sulla moneta locale: del gruppetto fanno parte un ragazzo messicano e diversi spagnoli, tra cui Pablo e Pedro di Tenerife-Isla colaborativa, un evento che si tiene annualmente nell’isola per confrontarsi sull’economia sociale e solidale; tra le altre cose stanno progettando e sviluppando l’idea di una moneta locale da adottare a Tenerife, e nell’ambito di questo progetto l’anno scorso hanno ricevuto la visita dei promotori di Sardex. Sottolineano come sia necessario legare l’adozione della moneta locale all’introduzione di un reddito di base, per riattivare le economie locali, soprattutto in questo periodo di crisi.
Ed eccoci alla pausa pranzo, è possibile scegliere un menu vegetariano, ma tra le bevande c’è anche la Coca-Cola, peccato.
Nel pomeriggio vengono presentate esperienze di aziende etiche e alternative, che stanno avendo un discreto successo in Europa. Fairphone, lo smartphone dalla filiera controllata e sostenibile, dalla produzione dei singoli elementi fino all’assemblaggio, facile da smontare e da riparare, concepito per durare nel tempo. Ecoalf, l’azienda spagnola che produce vestiti, scarpe e accessori rigenerando plastica e tessuti riciclati, che in alcuni tratti di costa ha preso accordi con i pescatori perché consegnino la plastica trovata nelle reti insieme ai pesci, invece di rigettarla in mare, con il doppio risultato di riciclare il materiale e di ripulire i fondali.
Tra i laboratori che seguono scegliamo quello sul consumo critico, e in particolare il gruppo che discuterà su come proporlo ai ragazzi e ai giovani; l’argomento è stato proposto da Margarita Pabon, colombiana da vent’anni in Italia, che è anche referente di NESI per il nostro paese, così finalmente la conosciamo di persona. Parliamo dell’esperienza dei Bilanci di Giustizia, della scheda di bilancio famigliare, dell’esperienza dei Fuorirotta: suscitiamo un grandissimo interesse con questa proposta, in particolare da parte di due persone, una spagnola e un colombiano: prendiamo accordi con Margarita, tradurrà la scheda di bilancio in spagnolo e la invierà a tutti i membri del nostro workshop!
Venerdì 21 aprile
La mattina di venerdì arrivano al Forum un gruppo di ragazzi delle superiori di Malaga, che hanno la fortuna di assistere insieme a noi all’appassionato intervento di Joan Melé, un banchiere che a 55 anni ha lasciato il suo tranquillo posto di lavoro in una banca tradizionale, per diventare vice direttore della banca etica Triodos Bank, che all’epoca si stava sviluppando in Spagna.
Si sofferma sull’importanza della coerenza e della verità, sul coraggio di fare scelte anche radicali, di essere onesti con se stessi, di far seguire i fatti alle parole. Penso che non ci sia testimonianza migliore per un gruppo di adolescenti.
A seguire intervengono Christian Felber, il fondatore dell’Economia del Bene Comune, che propone il commercio etico, lontano sia dal liberismo che dal protezionismo, che ha bisogno sia di una spinta dal basso commerciale e finanziaria, ma anche di regole politiche certe; Katherine Trebeck di Oxfam sottolinea gli squilibri di potere creati dalla ricchezza, e l’importanza del ruolo delle donne nella nuova economia. Albert Cañigueral di Ouishare propone di trovare alternative essendo propositivi, senza bisogno di avere necessariamente un nemico contro cui lottare, di provare a sperimentare senza voler trovare subito soluzioni perfette, di usare la tecnologia per la condivisione e il bene comune, e di creare reti tra realtà locali efficaci.
Tra i laboratori proposti scegliamo quello sulle città sostenibili e condivise, ci troviamo nel gruppo di Albert Cañigueral, che propone la condivisione delle informazioni e delle buone pratiche all’interno delle città e tra città diverse, magari anche con uno spazio fisico dove andare a scambiarsi le informazioni. Una signora spagnola parla del gemellaggio tra un gruppo di donne di Barcellona e uno di Shanghai, con reciproche visite e condivisione di esperienze.
Dopo pranzo ci troviamo con il gruppo di italiani presenti al Forum: oltre a Margarita e Tiziana, referenti NESI per l’Italia, c’è la giornalista de La Nuova Ecologia che ha scritto sui Bilanci di Giustizia il primo articolo in assoluto della sua carriera nel 2001, Monica di Fairwatch e campagna anti TTIP, Marco di Italia che cambia, rappresentanti di Altroconsumo, Economia del bene comune, Labsus; c’è Domenico, che è romano ma vive a Padova, è impegnato sul tema delle monete locali, tiene una trasmissione settimanale a radio Gamma 5 sui temi della nuova economia, e ci propone un’intervista sui Bilanci; poi c’è Michele, esperto di cambiamento climatico, vive a Brighton in Inghilterra con la moglie Serena, e ha partecipato ai negoziati per il trattato di Parigi Cop21.
Nel pomeriggio si svolgono le fasi conclusive del Forum: prima tutti in cerchio nella “piazza” centrale ad esprimere spontaneamente riflessioni ed emozioni su questi giorni così intensi vissuti insieme; poi in auditorium ad ascoltare un musicista locale che suona strumenti fatti da lui con materiale riciclato; quindi ad ascoltare le autorità locali e un rappresentante dell’Università di Malaga prendersi degli impegni concreti per portare avanti nell’immediato futuro idee e progetti espressi dal Forum. Infine, il momento più bello: Diego Isabel, l’ideatore di NESI, comincia i ringraziamenti e invita man mano a salire sul palco tutti coloro che a vario titolo hanno dato un contributo alla buona riuscita della manifestazione: gli organizzatori, i relatori, i moderatori, i volontari, e continua elencando una serie di categorie sempre più inclusive, alla fine rientriamo tutti nel suo invito, siamo tutti sul palco, siamo tutti protagonisti, il NESI Forum siamo tutti noi.