Verbale Assemblea Bilanci di Giustizia
Verona, 14 Maggio 2016
Presenti: Dario, Enrico, Renato, Anto V., Marzio, Franco, Giovanna, Barbara, Laura, Alberto, Serenella, Beppe, Fausto, Anto T.
1. Incontro nazionale, contenuti e logistica
Calambrone (PI) dal 25 al 28 agosto 2016
Discutiamo sul metodo, su eventuali testimoni, sul metodo per affrontare il tema, su come collocare o meno la comunità di ricerca:
Lavoriamo anche ad una bozza del programma a partire da una proposta di Antonella V.
Rispetto al tema: verifichiamo se siamo d’accordo sulla declinazione del tema “La giustizia che cosa é e come praticarla” e concordiamo che dovremmo guardare al tema dal punto di vista del LAVORO.
Ciò per contestualizzare in ottica di scarse risorse; il lavoro dei giovani ma anche dei non più giovani/genitori, riprogrammarsi, insicurezze, fare diversamente… il lavoro e la società
Questo tema si fonda sui cambiamenti drastici in corso, che hanno capovolto i nostri obiettivi e schemi … quando partimmo avevamo tre declinazioni di giustizia:
la giustizia ecologica, verso il mondo
la giustizia sociale, verso gli altri, del lavoro, dell’economia e politica
la giustizia della qualità della mia vita, verso noi stessi
Oggi le tre dimensioni sono cosi intrecciate che non va bene nulla del modello dell’economia capitalista; questo fa strage su ognuno dei 3 livelli.
Roberto Mancini dice che questa non è una crisi, è un obiettivo programmato e programmatico, INGIUSTO
il tema è: come uscire da questo modello in cui né io né noi né la terra stiamo bene né vogliamo starci?
la domanda é: la società giusta del BEN VIVERE, come la vorremmo e meglio ancora, come ci arriviamo?
Concordiamo che sia Roberto Mancini che Francuccio Gesualdi hanno molto da condividere sul tema e li inviteremo.
Il metodo: i presenti condividono il fatto che il metodo “puro” della comunità di ricerca richiede troppo tempo per essere utilizzato durante l’incontro nazionale, quindi, pur avendo come obiettivo quello di non “portare delle verità” ma di “costruirle insieme”, non verrà utilizzato.
Si lavorerà molto per gruppi di lavoro, con spunti portati dai relatori e approfonditi e rielaborati insieme nei gruppi, dove ci sarà la possibilità anche di condividere quanto fatto nell’anno come persone, come gruppi, come movimento. È importante darsi spazi e tempi adeguati, non “iperstimolarsi”.
Si condivide l’importanza di continuare a proporre i laboratori come momento dove smettere di pensare e provare a fare. Un laboratorio sarà sul metodo della comunità di ricerca, per farlo “assaggiare” a chi non lo ha mai provato.
Non modelleremo l’intero incontro nazionale sul metodo CdR, ma saremo Comunità IN ricerca, e Laura propone un testo/pretesto che sembra molto adatto per iniziare i lavori di gruppo il giovedì sera (dove si lavorerà per rendere piacevole e “familiare” il clima all’interno dei gruppi stessi.
Dato che é uscito il libro di Lucia Bertell sul “lavoro ecoautonomo”, verrà dedicato un momento anche a questo testo.
Rispetto all’idea di invitare “L’Italia che cambia” si decide di invitarli a conoscerci e di dare loro un laboratorio come spazio di intervista (x loro mappatura) e scambio (ci spiega cosa fanno, vediamo le loro 7 proposte), per vedere poi cosa ne nasce.
Sono da fare a breve:
– volantino e comunicazione
– babysitteraggio da cercare (Pisa)
– coinvolgimento Fuori rotta: da verificare il loro coinvolgimento sul sul tema del lavoro e la loro disponibilità per il babysitteraggio (in caso contrario il gruppo di Pisa dovrà attivarsi per trovarne altri).
2. Il Futuro della Ricerca, come proseguiamo?
Dopo il pranzo condiviso e un breve gioco sull’autostima 🙂 il pomeriggio viene dedicato alla presentazione della “grounded theory” da parte di Antonia de Vita e Lucia Bertell).
I presenti sono stati divisi in due gruppi, dove hanno risposto alle domande:
1. in cosa consiste la radicalità della pratica bilancista?
2. quali sono le istanze esistenziali dei bilancisti? quelle imprescindibili, gli aspetti irrinunciabili qui oggi per me (in collegamento stretto con i Bilanci); cosa cerchiamo per noi che (non) troviamo (più) nei bilanci?
onnicomprensività, non presenza di regole predeterminate ma ad ognuno é chiesto di cercare la propria strada, siamo persone noi in relazione, riappropriazione delle esperienze, possibile e replicabile ottimismo; riflessione prima del fare; poniamo domande e cerchiamo strade nuove, scelgiamo cose che ci fanno stare bene, inquieti del non essere mai arrivati l’aspirazione alla giustizia non é mai compiuta; lo scontrino, il bilancio come strumento di consapevolezza e per fare le scelte nel auotidiano; il gruppo come sostegno e condivisione; la pratica quotidiana, la libertà dai condizionamenti esterni; la libertà e la responsabilità; l’apertura ad alro; il recupero dei saperi; la convivialità, la sobrietà ed essenzialità; l’autoproduzione.sulla domanda 2 è stato detto:
inoltre il cammino di consapevolezza; il gruppo (la comunità) nello spazio (friuli, bruxelles, sezano, le famiglie degli incontri nazionali) e nel tempo (nel passato e quelli di oggi nel presente), l’appartenenza che rende possibile il resto; pensare con lievità; scegliere con una capacità di orientamento esercitato; é l’esserci sempre in continuità; mi diverto, il piacere di esserci e di sentirsi affini; fare col gruppo ha tutta un’altra valenza che la “semplice” lista di azioni possibili, che tanti fanno; connessione sinergica, positiva verso la autenticità di vita; essere me stessa, autentica e libera da schemi interpretativi estranei a me; con capacità critica che mi diverte; l’essenzialità liberante, sempre in connessione, lavoro su di me con altri; altra cosa importante é l’autoproduzione, via liberante. l’apertura di occhi (nessuno me la conta più su); la condivisioneSi è poi discusso su che seguito dare alle interviste successive e al completamento della prima parte della Comunità di Ricerca, arrivando alla conclusione che è necessario
– capire i costi previsti per fare quello che ci serve nei tempi dovuti