In questo numero:
*L’economia uccide ancora e noi non stiamo tanto bene- Luca Gaggioli
**La Costituzione è un pezzo di carta…. – Antonella Valer
***Le 4 età ad Assisi: la nostra famiglia all’Incontro Annuale
****Fuorirotta, Monica racconta
***La voce della segreteria
**La voce di don Gianni
*Vota la storia
_Stiamo lavorando per con voi!!!
L’ECONOMIA UCCIDE ANCORA E NOI NON STIAMO TANTO BENE
Vi ricordate tutti del 1993, a Verona dove con lo slogan “QUANDO L’ECONOMIA UCCIDE BISOGNA CAMBIARE” si lanciarono le idee per Bilanci di Giustizia?
Sono passati 18 anni, vi ricordate com’eravamo noi e il mondo?
Ora, è possibile che dopo 18 anni ,noi andiamo ancora a raccontare le stesse cose?
L’economia uccide ancora ,ma anche noi non stiamo tanto bene
Ma noi nel 1993 dicevamo: ”siamo quelli che stanno bene, che provano lo sdegno nei confronti delle ingiustizie e vogliono provare a cambiare il mondo”.
Allora ci siamo buttati dentro a questa mentalità molto economicista perché, per cambiare, bisogna individuare uno strumento
E si scelse uno strumento per misurare il cambiamento: LA SCHEDA MENSILE; e nacquero cosi i Bilanci di Giustizia. Oggi anche gli economisti dicono le stesse cose che dicevamo noi 18 anni fa.
Quel cambiamento di stile di vita che noi tutti abbiamo cercato di fare e portare avanti …adesso tutti dicono che va fatto. Allora che cosa è successo?L’economia è venuta sulle nostre posizioni, noi però forse ci siamo un po’ irrigiditi in questa visione cosi rigidamente economica. Se l’economia ufficiale ha iniziato a parlare la nostra lingua è arrivato il momento di guardare un pochino oltre. La decrescita non può essere un punto di arrivo intanto perché suona male; con le parole che sono il negativo non si va mai troppo lontano; ci vogliono, servono per la rottura, però non servono per portarci alla meta. Quindi iniziamo a guardare oltre..iniziamo da quest’incontro…
Più cittadini meno consumatori…
Essere meno consumatori significa essere anche meno nel sistema economico, ma soprattutto più cittadini: cioè la decrescita può essere qualcosa che può arrivare… Ma può arrivare da una scelta; non a partire da una scelta di riduzione dei consumi, ma una scelta di crescita dal punto di vista di cittadinanza; la capacità di recuperare convivenza porta di per sè ad una decrescita dal punto di vista economico. Forse è questo il salto che noi dobbiamo cercare di fare per continuare a guardare un po’ più avanti; per mantenere quella forza propulsiva che avevamo nel 1993 quando si gettò lo sguardo in avanti. Noi dobbiamo cercare di rilanciare quello stesso sguardo più avanti e ragionare sull’art. 4 della Costituzione…”ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Quando nella Costituente fu proposto di inserire questo articolo, la prima versione era ancora più dura; legare ciò al diritto di voto: se tu non facevi questo…non avevi neanche il diritto di votare
Il diritto elettorale era legato ad assolvere questo dovere. In seguito fu tolto questo aspetto , ma è per dire quanto era forte nella mente di quelli che fecero la Costituzione l’idea che tutti hanno il dovere di dare un contributo alla società dal punto di vista di progresso materiale o spirituale
Dobbiamo provare a guardare oltre perchè noi avevamo già fatto vari passaggi. Siamo partiti dalla giustizi, poi eravamo arrivati al discorso del benessere e la felicità. Ma ormai anche di felicità ne parlano gli economisti ,i quelli seri, quelli che scrivono i libroni di economia…ecco allora quello che noi dobbiamo cercare di fare: il SALTO DI QUALITA’ meno consumatori più cittadini. Qual è il messaggio che noi oggi dobbiamo dare? Legati al contesto odierno, vogliamo essere incisivi in un contesto che è cambiato. Quali nuove narrazioni? Quali nuovi strumenti? Che cosa valutare? Ho usato valutare anziché misurare e questo potrebbe essere già un elemento di differenza. Come rimettersi in cammino e quale deve essere la nostra bussola? La nostra bisaccia? A cosa ci serve il bastone?
Provare a rilanciare…ma non tanto per fare le cose nuove ma perché se il mondo cambia non possiamo ridire le stesse cose di 18 anni fa . Dobbiamo cercare di guardare oltre.
Luca Gaggioli
LA COSTITUZIONE E’ UN PEZZO DI CARTA……
E’ una voce con accento spiccatamente toscano quella che durante l’incontro nazionale di Bilanci di Giustizia – tenutosi ad Assisi alla fine di agosto – si presta a leggere il discorso pronunciato da Piero Calamandrei agli studenti milanesi nel 1955. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante.
Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!».
Questo è l’indifferentismo alla politica.(…) La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica.»
Costituzione alla mano -edizione speciale per l’occasione – inizia così il dialogo con Donata Borgonovo, docente di Diritto degli Enti Locali dell’Università di Trento, invitata a presentare la Costituzione italiana al gruppo di famiglie che da 18 anni si pongono l’obiettivo di rivedere il
proprio stile di vita per orientarlo verso la giustizia.
La relazione inizia da lontano, dalla lettura di alcuni passaggi della discussione dentro la Prima Sottocommissione dell’Assemblea Costituente (eletta il 2 giugno 1946 e al lavoro fino al dicembre 1947). Tre devono essere i principi che fondano la nostra carta costituzionale, sostenne il giovane democristiano Aldo Moro in apertura dei lavori: l’autonomia della persona di fronte allo stato (i diritti della persona vengono prima dello stato), l’uguaglianza, e la solidarietà. “L’articolo 2 rappresenta lo sguardo che la Costituzione ha su di noi” sostiene la prof.ssa Borgonovo di fronte ad un uditorio coinvolto e attentissimo.
Nella Carta Costituzionale la parola diritti appare 60 volte, la parola dovere invece solo 8, e sempre – quando indica il dovere – lo fa con molta delicatezza. Si parla ad esempio (art 54) di fedeltà, non di obbedienza alle leggi. E’ il principio di solidarietà che fonda tutti i
doveri. Esso va inteso allo stesso tempo sia come doverosità giuridica che come atto di libertà e di volontarietà. Il principio di solidarietà, in questi tempi in cui la libertà illimitata e irresponsabile è la parola d’ordine dell’agenda economica e politica, ci porta a recuperare il terzo
principio delle rivoluzioni democratiche: la fraternità. Perché la solidarietà va a sua volta compresa nelle due dimensioni possibili: quella fraterna, riferita alle relazioni orizzontali tra cittadini (che comprende le generazioni future come da interpretazione della Corte Costituzionale), e quella verticale, che lega i cittadini all’istituzione pubblica. Non si tratta però solo dell’azione dall’alto verso il basso – dallo stato verso i cittadini – come indica l’art 3: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione del paese”. La relazione verticale può e deve avvenire anche dal basso verso l’alto nella partecipazione diretta dei cittadini attraverso il voto e i numerosi istituti previsti dalla Costituzione (in primis il referendum) e dagli statuti dei Comuni, delle Province e delle Regioni, nell’esercizio effettivo della loro sovranità “L’esperienza delle vostre scelte quotidiane di consumo, risparmio e lavoro” ha detto Donata Borgonovo in conclusione “non può non diventare anche azione politica e non può prescindere dal rapporto con le istituzioni. E’ maturata con gli anni e per portare al cambiamento culturale che auspicate, richiede gli strumenti tipici della politica, uniti alla capacità di fare rete con tutte le altre esperienze che aspirano alla giustizia, alla salvaguardia dei beni comuni, alla qualità della vita di tutti.”
La Costituzione va cioè fatta rivivere ogni giorno nelle scelte di ciascuno, della propria famiglia, nei gruppi di appartenenza e nella sfera pubblica. A questo appello le famiglie presenti all’incontro annuale hanno risposto con entusiasmo, stupite di ritrovare nella carta costituzionale le stesse profonde aspirazioni che orientano il loro agire quotidiano. “Quando l’economia uccide bisogna cambiare” recitava lo slogan iniziatore dell’esperienza bilancista. Molto è tuttavia cambiato da quel lontano 1993. E se è vero che l’economia continua a creare profonde ingiustizie e squilibri, anche il mondo ricco dà segnali di profondo malessere. E’ oggi urgente opporsi ad una cultura della libertà senza responsabilità, hanno concluso, è utile ripartire dalla Costituzione e dalla solidarietà che richiede. E’ possibile darsi degli strumenti per monitorare e cambiare i propri
comportamenti da cittadini? Proprio a partire dal tempo liberato con il percorso di cambiamento nei consumi, si sono dunque proposti di provare a misurare la propria cittadinanza attiva, a partire dall’elenco dei doveri di solidarietà richiesti dalla Costituzione: agire da cittadini consapevoli, riflettere e impegnarsi a pagare (e far pagare) sempre e tutti i tributi, essere disponibili ad impegnarsi in ruoli pubblici, promuovere reti di solidarietà e azione in funzione del bene pubblico. E facendolo, nello stile che caratterizza la campagna Bilanci di Giustizia, intendono anche provare a documentarlo.
Antonella Valer
UN PENSIERO DI DONATA BORGONOVO
“Sono felice di essere stata così ben compresa, grazie. E mi piacerebbe aggiungere che già i Bilancisti interpretano con generosità il principio di solidarietà con il loro stile di vita e con la loro cultura della responsabilità…è forse uno dei tanti pensieri che non ho espresso pienamente, e me ne dispiaccio.”
Donata Borgonovo
LA NOSTRA FAMIGLIA ALL’INCONTRO ANNUALE
AGNESE (8 anni, gruppo dei piccoli) : mi sono piaciute tutte le attività svolte con Elena e Valentina e con tutti i bimbi della mia età;è stato bello colorare, costruire talismani, mettere coroncine indiane e ascoltare le storie di persone che si aiutavano a vicenda come noi nel gruppo. Avrei voluto fare anche qualche attività fuori dalla solita stanza. Comunque mi è piaciuto e ci tornerei.
MARIANNA (12 anni, gruppo delle medie):mi sono piaciute molto le attività a squadre: era bello perché cambiavamo squadra ogni volta e così ci siamo conosciuti tutti. Bella anche la giocoleria e il lavoro sul tau in cui abbiamo parlato di Assisi e anche il nostro resoconto finale. Mi sono fatta nuovi amici con cui ho condiviso tutti i pasti. Mi è piaciuta molto come esperienza ma penso che sarebbe stato bello fare qualche attività parallela a quella degli adulti come hanno fatto i “Fuorirotta”.
FRANCESCO (16 anni, Fuorirotta): mi è piaciuto tutto: le visite esterne, i giochi di gruppo e gli incontri con i relatori. Le giornate sono state equamente divise tra i vari impegni, forse l’unico neo il pranzo al sacco del ristorante un pò scarso come quantità. Mi è piaciuto conoscere e stare con gli altri ragazzi della mia età con cui mi sono divertito e ho imparato tante cose nuove.
ALBERTO: mi è piaciuto molto tutto. Bello e spalmato su una giusta quantità di tempo l’alternarsi di relatori, lavori di gruppo, laboratori, plenarie e momenti di convivialità e di svago. Mi sembra che domenica mattina, più che rispondere alla domanda dove andiamo come campagna, ci siamo concentrati sugli strumenti per rinnovarla, rimandando la risposta a tempi successivi.
ELENA: la prima cosa che ho ritrovato, tal quale alla Mendola e agli altri incontri nazionali cui ho partecipato, è la piacevolissima sensazione di sentirmi a casa. Ho rivisto volti di cui mi ricordavo da sette anni fa e ne ho incontrati altri nuovi ma con tutti mi sono trovata davvero a mio agio come se li conoscessi e frequentassi da sempre. Più che ad un incontro di famiglie, il clima che ho respirato all’incontro nazionale – e mi ha fatto allargare il cuore e sentire serena, felice – è quello del ritrovo degli appartenenti ad una sola, grande famiglia, quella dei Bilanci di Giustizia. In essa ognuno fa il proprio percorso di vita, ma si sente accompagnato e sorretto, ascoltato e accolto anche da tutti gli altri componenti. Questo non vuol dire per forza pensarla tutti, su tutto, allo stesso modo ma semplicemente sapere di poter dire agli altri cosa si pensa e a che punto ci si sente del cammino senza sentirsi strani, diversi. Nei gruppi, come sempre, ci siamo confrontati sui temi a noi cari della giustizia, della sostenibilità e della cittadinanza in un dialogo orizzontale in cui è stato tanto importante quanto detto dall’insegnante o dal medico come il parere espresso dall’operaio o dalla casalinga. E’ un metodo per i B.d.G. ormai consolidato, ma che non darei per scontato. Nei tre giorni di lavoro abbiamo parlato di cose serie e importanti ma senza prenderci troppo sul serio (non reggiamo noi il mondo e lo sappiamo bene), trovando spazio per la convivialità (come sono belli i tavoli con tanti posti a sedere!) e la festa, e il tempo per metterci in gioco facendo cose mai fatte (la sportina del venerdì). Sicuramente mi sono portata a casa, oltre ad un mare di appunti densi di contenuti, anche una rinnovata energia e voglia di fare di più e meglio e devo davvero dire grazie a tutti per questo!
FUORIROTTA: MONICA RACCONTA
Ritrovarsi ad Assisi a condividere l’incontro nazionale con ventidue Fuorirotta, di cui più della metà alla prima esperienza col gruppo, non era scontato né tanto meno prevedibile.
Ma ormai ci stiamo abituando all’idea che ogni volta i nostri piano vengono sconvolti dalla bellezza dei ragazzi che incontriamo. E non è un discorso retorico né tanto meno accompagnato da violini …. Ad Assisi abbiamo dovuto metterci in gioco ancora una volta perché molti dei ragazzi non si conoscevano e noi non conoscevamo loro. Ma è la peculiarità di questo gruppo, l’essere “in movimento” costante sia per gli incontri che ci permettono di girovagare per il nostro Paese, sia perché i ragazzi crescono ed ogni volta possiamo contare qualche membro in più o qualche membro in meno. Quello che non cambia mai, però, è la voglia di camminare che tutti i ragazzi condividono e che a noi entusiasma.
Come fare allora per mantenere costante questo desiderio? Personalmente penso di averlo capito davvero durante quei quattro giorni di fine estate. I momenti più vissuti, per quanto mi riguarda, quelli che ci hanno permesso di sostenere anche la stanchezza di un’esperienza del genere, sono stati i momenti estemporanei di gioco assieme, l’improvvisazione di numerose piramidi umane (più o meno riuscite) o di passatempi un po’ vintage come la cavallina, dimostrazione del fatto che basta voler stare bene assieme e che non sono necessari grandi tecnologie per divertirsi!
Il programma che ci ha visti impegnati durante l’incontro già lo conoscete, ma ve lo racconteremo meglio nel mese di ottobre, grazie anche a foto e commenti dei ragazzi (come sapete ci vuole un po’ a raccogliere le loro impressioni …) ma in questo mese volevamo condividere le nostre impressioni a caldo, perché pur essendo gli accompagnatori noi facciamo parte dei Fuorirotta tanto quanto i ragazzi (pur essendo coscienti di avere, ahinoi, qualche anno in più) e partecipiamo a queste esperienze con lo stesso stupore e coinvolgimento.
Quello che mi ha più colpito è stato il rendermi conto che in esattamente due anni fa si è venuto a creare un gruppo che nulla ha da invidiare ai gruppi regionali di Bilanci, e che sempre di più si relaziona con gli adulti, con i bilancisti veri. La serata dei giochi sull’Unità di Italia ne è stata una dimostrazione, eravamo tutti parte della stessa “famiglia” ma ognuno con le proprie peculiarità. Ed è la prima volta che è accaduto questo, segno di una crescita sia dei Fuorirotta che di un’aumentata considerazione da parte della Campagna intera.
Non posso non dirmi fiera (con anche una piccola punta di orgoglio), della presentazione finale delle attività avvenuta in piena autogestione da parte dei ragazzi. Ricordo l’anno scorso a Marina di Massa, la grande difficoltà nel farli parlare, nel fargli raccontare qualcosa; non ve ne è stata la minima ombra quest’anno e la provocazione dei Kit Kat è stata una trovata quantomeno geniale (ed un po’ perfida lo ammetto) frutto di riflessioni condivise dopo la visita alla fabbrica della Nestlé/Perugina.
Come ogni volta tornata a casa il sapore che mi rimane in bocca ha il gusto dello stupore genuino, della voglia di mettermi ad organizzare immediatamente un nuovo viaggio, di conoscere i nuovi ragazzi e ritrovare quelli “vecchi”, di giocare con loro e ridere e di correggere e migliorare le cose che potevano essere fatte meglio e di …. Riposare! Sì perché assieme a tutti i bei sentimenti c’è anche tanta stanchezza alla fine di ogni viaggio!
Non trovo un modo migliore per concludere questa breve lettera se non quello di ringraziare di cuore tutti e ventidue i Fuorirotta che erano ad Assisi e tutti quelli (e sono tanti) che non sono potuti venire, ma che in un modo o nell’altro si sono fatti sentire e che ci sono mancati! I Grazie, ovviamente spettano anche alla Campagna intera che continua a credere in quest’idea ed in noi e che ci permette di immaginare le esperienze future; ed alle famiglie che, nonostante tutto, si fidano di noi e ci affidano i loro figli.
GRAZIE.
Monica
LA VOCE DELLA SEGRETERIA
Assisi: una scelta “piovuta” dal cielo…. in centro Italia e luogo mistico per tutti.
Qui il ‘banco di prova’ per la nostra prima esperienza di Segreteria.
Barbara, che da molti anni partecipa come bilancista, questa volta ha capito, forse!, come nasce questo bell’Incontro, e Antonella che non sapeva assolutamente cosa aspettarsi dal famoso incontro annuale è rimasta incantata e toccata dall’energia dei bilancisti
Abbiamo compreso quanto i bilancisti contribuiscono, per tutto, alla Campagna e come la Segreteria ha il compito di smistare, contattare e inoltrare comunicazioni e si, diciamolo, anche stimolare: una specie di stazione dove arrivano notizie e persone e come rimetterle in circolo. Questo avviene con la Lettera mensile e il Sito, che ora lavorano a pieno regime.
All’inizio dell’anno c’è stato un po’ di panico perché non si trovava il luogo per l’incontro ma tra un sorriso e l’altro ci siamo incoraggiate a vicenda. Nei mesi successivi si è avviato il grosso lavoro con Referenti e Promotori per focalizzare il tema. Poi la ricerca dei relatori, con promesse a volte non mantenute…ma chiuse delle porte si sono aperti dei portoni!
Ad Assisi c’è stata per noi la prova di come avevamo lavorato i mesi precedenti. Comunque sia andata ci abbiamo messo davvero tutto il nostro impegno e piacere. E’ stato entusiasmante rivedere e conoscere bilancisti, e nuovi amici che sono venuti a capire i Bilanci di Giustizia.
Nei tre giorni frenetici ad Assisi ci siamo dette spesso che era proprio bello interrompere l’impegno del momento per scambiarsi idee con chi arrivava nell’ufficio.
Con il rientro tutto sembra più facile, ora mandare una mail ti riporta all’immagine di quella persona conosciuta all’incontro. Sono stati tre giorni intensi dove non riuscivamo a distinguere il tempo per il lavoro e quello per le chiacchiere,lavorare è stato divertente quanto scambiarsi idee.
Antonella: Mi aspettavo molto dall’Incontro,devo esser sincera, cercavo l’illuminazione sulla Campagna dei Bilanci. La sensazione che ho avuto è stata quella di essere tra parenti,una familiarità cosi non si trova altrimenti. Mi rendo conto di quanto la Campagna sia sentita dentro, e vissuta ogni giorno nelle scelte di ognuno di voi. Anche se tutti siamo arrivati da luoghi diversi io sentivo che tutti venivate dallo stesso percorso anche con esperienze diverse.
Abbiamo avuto la bella sorpresa di essere accolti a casa Leonori da persone veramente sensibili ai temi a noi cari ed avere la loro disponibilità a cambiare abitudini per venirci incontro: il self service, l’acqua in brocca a tavola e quella in bella vista in ingresso, la merenda delle mamme…
Annamaria, la nostra referente a Casa Leonori, quando ha saputo che dei bilancisti non facevano colazione con il caffè della macchinetta perché della Nestlè, si è veramente rammaricata. Ma soprattutto è stata l’occasione perché ci chiedesse i motivi del boicottaggio e si è ripromessa di informarsi meglio e trovare un’alternativa con la Bottega del Commercio Equo e Solidale locale da proporre alla Casa . Ci ha raccontato come è stato doloroso per la città di Perugia il passaggio della Fabbrica Perugina alla Nestlè e di come abbia cambiato il mondo lavorativo nella città.
Ha voluto sapere come funziona la Campagna….comprendendo come mai nel nostro gruppo c’era un gran consumo di pane fresco piuttosto che prodotti confezionati.
La cosa forse più bella è stata il non aver chiesto di toglierci la macchinetta della Nestlè: forse se l’avessimo fatto neanche ci avrebbe chiesto il perché, ma soprattutto non si sarebbe posta la domanda “posso trovare un’alternativa alla Nestlè?” Stupita del fatto che sparecchiassimo le tavole, ci ha detto che così risparmiavano un’ora di lavoro; meravigliata che i ragazzi e bambini fossero ben educati…insomma, ci vogliono ancora!!
È stato bello lavorare con Alice, Valentina ed Elena, Monica e Domenico che con la loro gioia di vivere hanno veramente animato tutti i figli presenti!
Grazie a tutti per averci dato una mano, per averci regalato mille sorrisi e grazie a chi ha avuto il coraggio di fare qualche critica che ci ha aiutato sicuramente a crescere!
Antonella e Barbara
LA VOCE DI DON GIANNI
Don Gianni
Con schiettezza mi sento di dire che il nostro Incontro Annuale, carico di tanta splendida energia, ha mancato nel punto finale.
Luca Gaggioli aveva dato un ottimo spunto all’inizio, con l’intervento che questa lettera riporta, ma domenica mattina i gruppi di lavoro, forse per un errato input dato dai Promotori, si sono concentrati su cosa mettere in una nuova Scheda Mensile e non hanno lavorato abbastanza, a mio modesto avviso, sul cosa si veda in quel “guardare oltre” che Luca aveva indicato.
Secondo me, ora tocca ai Gruppi Locali rispondere.
C’è un’ottima occasione: il nuovo Libro dei Bilanci offre la possibilità di riflettere la nostra storia e dà anche indicazioni per il futuro.
Nel presentarlo possiamo aver presenti gli stimoli importanti offertici dal don Achille Rossi e da Donata Borgonovo.
A me sembra che i campi sui quali potremo lavorare come Gruppi Locali sono:
– monitorare l’uso e la qualità del tempo: vogliamo continuare a partire da noi, dallo spostare , cambiare nostri comportamenti e abitudini; e riuscire a documentarlo.
– vivere la cittadinanza in modo attivo: essere presenti nella città, nel territorio e comunicare alla Campagna ciò che si sta facendo
– portare la specificità dei Bilanci nelle realtà della Rete (Gas, Distretti di Economia Solidale, Associazioni alle quali partecipiamo)
In tutto questo dobbiamo coltivare con più decisione la nostra identità di Bilancisti e l’immagine della Campagna da cui traiamo intuizioni ed energia.
A mio avviso dobbiamo rendere più visibili Bilanci di Giustizia per poter offrire il patrimonio di pensiero e di vissuto che permette di affrontare questo tempo di transizione. Anche di questo parleremo nel prossimo Incontro Referenti.
VOTA LA STORIA
Incontro Referenti e Promotori_
Sabato 15 ottobre 2011
a Bologna dalle ore 10 alle 16.30
presso le Suore Salesiane – via Jacopo della Quercia, 5 – tel. 051-356977
Con Referenti e Promotori trarremo le indicazioni dell’Incontro Annuale: sarà l’occasione per capire come vogliamo orientare la Campagna e trovare la motivazione nei gruppi locali. Come portare nell’impegno sociale la specificità dei Bilanci.
L’Incontro Referenti è aperto anche a singoli bilancisti che desiderano partecipare.
Per cortesia comunicateci la vostra presenza.
Tutti sono invitati a portare qualcosa da mangiare da condividere con altri. ◘
Sul Sito i materiali dell’Incontro Annuale:
sono visibili — le foto di Pierstefano Durantini di Roma
si può ascoltare — l’audio dell’intervento di Achille Rossi
l’audio dell’intervento di Donata Borgonovo
STIAMO LAVORANDO PER*CON VOI
A Luglio-Agosto:
….Preparato l’Incontro Annuale di Assisi
…….Risposto a Mail e telefonate
………Preparato la Lettera di Luglio-Agosto