Ottobre 2003

Ottobre 2003

BILANCI DI GIUSTIZIA

LETTERA DI INFORMAZIONE TRA GLI ADERENTI ALLA CAMPAGNA

N° 82 – OTTOBRE 2003

incontro referenti dell’8 novembre

Sabato 8 novembre 2003 a Bologna
Dalle ore 10   alle  17   presso le Suore Salesiane- via Jacopo della Quercia 5
(100 metri dopo l’Istituto Salesiano) – tel. 051-356977

Ordine del giorno:

  • Impressioni dei gruppi sull’incontro annuale di Igea Marina
  • Approfondimento sulla finanza etica: incontro con don Alessandro Santoro, ispiratore dell’esperienza di microcredito del quartiere Le Piagge di Firenze e Enrico Manzo di Mag6 che ha supportato l’esperienza

PRANZO: le nostre migliori leccornie da scambiare e condividere con tutti (ricordatevi di portare le stoviglie!)!

  • Presentazione del nostro nuovo sito web: potenzialità, innovazione e creatività a portata di tutti e ruolo dei referenti nella sua gestione a cura di Marco(linux) di Novara.

Continuamo in questo incontro la riflessione sul tema annuale della finanza etica. Dopo le riflessioni proposte l’anno scorso, che continuano ad animare i gruppi locali, vogliamo capire come è nata e prosegue una esperienza di microcredito situata in un quartiere di Firenze che potrebbe fornire lo spunto per qualche realizzazione dei nostri gruppi.

Nel pomeriggio Marco verrà a presentarci il nuovo sito. E’ un’occasione (interattiva) imperdibile per i Referenti: il nuovo sito sarà uno strumento fondamentale per tessere e rafforzare la rete tra gli aderenti alla campagna e prevede una partecipazione attiva dei Referenti e dei bilancisti.

Visto l’importanza di tutti gli argomenti trattati vogliamo ricordare che l’Incontro Referenti è aperto, oltre che ai Referenti, alle persone che non hanno un gruppo di riferimento e a tutti i bilancisti interessati.

Vi aspettiamo numerosi!!

 incontro promotori…allargato

L’Incontro Annuale di Igea, oltre a fornirci molti indicazioni su temi da approfondire, ha anche consentito di rinsaldare i rapporti con i testimoni che già in passato avevano svolto un ruolo importante per la nostra campagna. Dalla discussione con Giuliana Martirani è nata la sua disponibilità a condurre un momento di riflessione sul tema “I Bilanci di Giustizia e la politica”. L’incontro è rivolto ai Promotori e a tutti quelli che sono interessati a questo tema. Le modalità verranno fissate assieme a Giuliana e vi daremo ulteriori informazioni sulla prossima lettera e sul sito. La data fissata è sabato 6 dicembre 2003 a Venezia.

Tutti gli interessati si iscrivano in Segreteria entro il 25 novembre.

incontro Annuale: interventi dei testimoni

Tra i ricchissimi spunti emersi dall’incontro annuale abbiamo trascritto gli interventi dei testimoni fatti domenica mattina. Gli interventi riportano il punto di vista dei testimoni sui Bilanci e riassumono brevemente i lavori di gruppo. Oltre ai testimoni che hanno partecipato ai vari gruppi riportiamo alcuni brani del discorso di padre Alex Zanotelli.

Padre Ottavio Raimondi (direttore della casa editrice missionaria italiana (EMI)), per il gruppo

Un’altra finanza è possibile.

P. Ottavio: Vi parlo con gioia perché quest’ora passata in quel gruppo mi ha dato tanta speranza, proprio per la partecipazione e la collaborazione di tutti, sapendo che nessuno può far tutto ma che tutti insieme possiamo far qualcosa e far sì che il futuro sia pieno di speranza e di vita per tutti. Non farò un riassunto ma vi parlerò degli orientamenti emersi durante la discussione. Un’altra finanza è possibile:

  • se riusciamo a passare-sia a livello personale sia a livello di gruppo e di campagna- dalla competitività alla convivialità;
  • se impariamo a passare dal profitto al dono. Oggi è tutto un valutare quanto guadagno, quanto posso ricavare? Invece valorizziamo la gratuità, lo scambio;
  • se riusciamo a passare “dal mito del più all’isola del meno” , frase di don Battistella. Non dobbiamo solo riflettere sul concetto dello spendere meno ma anche su quello di guadagnare meno.
  • se riusciamo a passare dal mito del potere della maggioranza alla debolezza ma anche significatività della minoranza, sapendo che siamo quel piccolo nucleo che ha in sé novità e motivi di futuro.

Queste le quattro idee base emerse dalla discussione del gruppo.

Concretamente poi ci sono state almeno cinque affermazioni forti:

1) nel prossimo futuro dobbiamo pronunciarci sia singolarmente sia come gruppo e come campagna sullo stato sociale, quasi formulare un codice dei diritti: diritto alla casa, diritto alla salute…in modo da uscire dalle nostre assicurazioni personali, private;

2) valorizzare le realtà locali alternative, quindi un censimento di tutto ciò che c’è intorno a noi per poter rendere concreta sul territorio la nostra presenza;

3) condividere il necessario e non il superfluo, condividere ciò che siamo prima di ciò che abbiamo;

4) sensibilizzare gli altri: se le idee le teniamo solo per noi esse “ammuffiscono”, invece vanno trasmesse agli altri (e si parlava della scuola e di altri ambienti);

5) insistere non sul concetto dello spendere meno ma su quello del guadagnare meno, in modo più etico, in modo da aver più tempo per la convivialità etc.

Concluderei, da missionario, dicendovi che a trovare nuove strade ci aiuterà il Sud del Mondo, i poveri, perché a noi che siamo già tutti inquadrati in un mondo che ci fa credere che tante cose siano indispensabili diventa difficile trovare nuove vie. Invece ho trovato una prospettiva molto bella in un autore del Sud del mondo nel testo “Le dieci strade dell’economia solidale” con idee e spunti che potrebbero trovare spazio nelle iniziative della campagna dei Bilanci di Giustizia. Grazie.

Alberto Castagnola per il gruppo Un’altra economia è possibile.

A. Castagnola: Il gruppo era orientato a tirar fuori idee per il futuro: ne sono emerse molte.

La prima è che se vogliamo incominciare a parlare di un’economia alternativa dobbiamo incominciare ad entrare in contatto con posti dove l’economia viene elaborata e cioè all’Università. Tutti sanno che i programmi sono molto vecchi, risalgono alle teoria di A. Smith, ma dobbiamo diffondere l’idea che è possibile avere un’economia diversa da quella dominante, non per libera scelta ma per necessità, perché il pianeta non sopporta la vecchia economia.

Su questo punto siamo giunti ad un’idea particolarmente stimolante e cioè finanziare, come campagna dei Bilanci, delle ricerche sull’economia alternativa e soprattutto sulle tecnologie alternative.

Il secondo punto discusso in maniera approfondita è stato quello relativo al risparmio energetico: pannelli energetici, ma anche come opporsi al tentativo di voler costruire nuove centrali nucleari. Sono state date delle indicazioni molto concrete: dobbiamo spingere di più sulla componente del risparmio energetico in senso lato. Non solo ridurre la spesa energetica ma anche come dotarsi di quegli strumenti, ad es. pannelli, per essere promotori poi nella propria zona, città etc., diventare cioè dei punti di riferimento per l’acquisizione facile dei pannelli.

Il terzo aspetto trattato è stato il gruppo d’acquisto. Subito è emersa la difficoltà di far “passare” un’idea del genere nel condominio, nella zona ma si è visto che esso è una specie di espansione naturale del lavoro dei bilanci. Dobbiamo tenere conto che in questo momento di inflazione crescente, di difficoltà proprio a livello dell’utilizzazione degli stipendi, l’idea del gruppo di acquisto può far risparmiare più del 30% della spesa quotidiana; è un’idea “forza” che deve essere spinta.

Il quarto punto è provocatorio, una prima proposta è stata: entriamo nelle cooperative tipo Coop per influenzare le regole di un qualcuno che dice di essere alternativo e che invece molte volte non lo è. L’ obiettivo dunque è quello di “entrare” per vedere cosa si può fare sul territorio per controllare questi meccanismi.

Una seconda proposta è stata quella di individuare delle imprese che possano lavorare secondo i nostri criteri e produrre merci con ben determinate caratteristiche.

Ultimo punto importante è stato il racconto di alcune esperienze: interi comuni stanno lavorando sui nostri “schemi”, come ad esempio Mozzano, poco conosciuto, in provincia di Jesi dove tutte le macchine del comune vanno ad olio di colza anziché benzina e funzionano perfettamente. Occorre studiare questi casi per vedere poi come applicarli.

Prima di concludere vorrei fare tre considerazioni personali :

1) Il problema del consumo non è un problema di piccolo gruppo, non è un problema di famiglia né di campagna ma planetario: noi stiamo muovendoci in un certo modo non per modificare il nostro bel rapporto con la natura, ma per difenderci! Stiamo cercando di difenderci da quei meccanismi distruttivi che ci sono in giro. Sia noi che gli abitanti del Sud del mondo siamo immersi negli stessi problemi ambientali. Bisogna dunque cambiare il nostro approccio mentale: stiamo toccando il problema dei consumi delle risorse, quindi un contesto molto più ampio.

2) Dobbiamo “infettare” gli altri (come diciamo anche all’interno della rete Lilliput), dobbiamo allargare il numero delle persone coinvolte in queste logiche di mercato diverse. E’ un atteggiamento ATTIVO. Dobbiamo dotarci di tutto un insieme di strumenti che ci aiutino a manifestarci fuori perché a livello internazionale il piccolo gruppo è perdente!

3) Costruire un’ alternativa: vi consiglio di leggere “La rivoluzione delle reti” edizioni EMI. Insieme al testo proposto prima da padre Ottavio aiutano a capire come sia possibile organizzare un’alternativa valida. Non sono dei vangeli ma sono degli stimoli per un’economia diversa. Non a caso si racconta di esperienze dal Brasile, dal Cile cioè da contesti completamente diversi dal nostro. Dobbiamo imparare. Grazie.

Alberto Tarozzi, (professore di Sociologia dello Sviluppo all’Università di Bologna) per il gruppo Un’altra società è possibile.

A. Tarozzi: il gruppo ha parlato delle comunità di famiglie, di una varietà di esperienze che sono state fondamentali per la costruzione di relazioni, di socialità a livello micro, cioè comunitario. L’elemento che ha accomunato tutti gli interventi è consistito nel vedere la necessità che queste esperienze producano una ricchezza in termini di legami sociali all’interno del gruppo che può e deve essere esportata, deve essere messa a disposizione di realtà più ampie. Una spinta all’apertura da parte delle comunità di famiglia che mette in gioco, come diceva questa mattina don Gianni, il nostro corpo, la nostra fisicità al di là di quella che potrebbe essere una proiezione all’esterno di tipo tradizionale nelle istanze della politica, nelle istanze della democrazia partecipativa, nelle istanze tradizionali del fare politica. Si è parlato di progetti per il terzo mondo, di esperienze legate alla realtà della pace…comunque il dibattito di questa mattina lo sintetizzerei in tre punti:

1) il rapporto con le istituzioni, intese come territori, ad esempio gli enti locali: si è proposto di sperimentare nuove municipalità che vedano nei cittadini soggetti che formulano progetti,

2) il rapporto con le istituzioni intese come luoghi di socialità (non solo come istituzioni amministrative, politiche) perché è lì che si esprime l’educazione, la sanità etc. Si è dunque parlato di un modello di socialità dello stato che oggi invece si vuole smantellare. Il nostro agire dal basso deve essere occasione per incontrarsi con gli altri per poi portare valori all’interno delle istituzioni utilizzabili da tutti. La ricchezza umana che le comunità di famiglia hanno prodotto in questi anni deve essere valorizzata.

3) il rapporto con gli emigranti e con gli ultimi. Gli stranieri in questo gruppo di bilancisti sono sottorappresentati…occorre maggiore apertura per accogliere l’altro, per riconoscere i diritti che il sistema politico tende a occultare. Incontrare queste persone (non solo emigranti ma anche anziani, handicappati, emarginati) per tradurre in socialità il rapporto con l’altro sapendo benissimo che quando vai a rapportarti con queste persone “diverse” puoi essere sottoposto alla delusione di chi, non avendo mai vissuto la tua ricchezza, non riesce a capire la tua sobrietà perché la confonde con la miseria che ha sofferto fino a quel momento. Ma proprio per questo forse il terreno non è soltanto quello del consumo critico di questo o quel prodotto ma di affermare una comunanza di essere nelle istituzioni e nella società per vivere insieme la nostra rete di relazione per quello che è il processo educativo, per quello che è la salute, il nostro corpo e il nostro futuro.

Miriam Giovanzana (direttrice di Altreconomia) per il gruppo Un’altra politica è possibile

M. Giovanzana: Io vi conoscevo come singoli però non vi avevo mai visto tutti insieme. Io sono venuta qui anche perché volevo rispondermi alla domanda “ma che faccia hanno i bilancisti?” Faccio forse due affermazioni banali: 1) siete giovani e questo mi ha sorpreso; 2)siete già delle famiglie e non dei singoli come di solito accade in altre associazioni\movimenti…vorrei ora intrecciare ciò che è emerso nel gruppo della politica dove io ero il “testimone” ed alcune mie riflessioni personali ma con delle premesse perché gli osservatori/testimoni corrono due rischi: da una parte raccolgono ciò che cercano (se uno va in un bosco a cercar mirtilli è più facile che trovi mirtilli anziché funghi) quindi anch’io probabilmente ho raccolto delle cose che altri potrebbero completare e dall’altra risultare simpatici…ma io oggi vorrei essere antipatica!

Il gruppo ha iniziato discutendo sul titolo del cartellone “Un’altra politica è possibile” e lo ha rimaneggiato più volte e quello per me più adeguato, che io sceglierei per un articolo di Altreconomia, è risultato essere “la passata di pomodoro e la dimensione politica”.  Qual è la relazione tra queste due cose?

Nel cartellone mancavano le “grandi” città, c’erano solo piccole città o città medie e questo è secondo me importante: le novità non stanno emergendo nei grossi centri urbani. Le piccole realtà hanno qualcosa in più da “mettere in gioco” e da insegnare.

Sulla politica sono emersi diversi problemi: l’irrilevanza della passata di pomodoro, per esempio; le contraddizioni che ciascuno di voi vive su questi temi; il tempo che manca per dedicarsi anche alla dimensione politica. Ascoltandovi mi è parso di vedere attorno al gruppo una soglia che molti sono pronti a  superare, altri hanno già superato però non si è capito se alla fine questa soglia vada superata insieme (si parla di soglia politica, di rilevanza politica, di scelte individuali). Avete individuato alcuni modi che mi sembrano fondamentali ma vi mancano gli strumenti. Avete parlato molto di necessità di formazione; dell’importanza di trovare un linguaggio efficace per comunicare e cercare consenso che non sia prevaricatore, che non sia falso. Qualcuno ha detto “ci manca un’analisi”; quale idea di società c’è dietro i bilanci di giustizia? Forse ce lo dobbiamo dire, ridire e precisare.

Punti di debolezza emersi: io ho avuto l’impressione, forse ho preso una cantonata, che vi conosciate poco. Sono emerse dal dibattito delle risorse, delle esperienze che già all’interno dei Bilanci andrebbero condivise, non cercatele al di fuori perché da chi vi guarda dall’esterno esse sono già presenti. Io ho spesso usato questa figura: se sopra le vostre teste si stendesse un foglio trasparente, la qualità di questo gruppo potrebbe essere visivamente rappresentato dall’intrecciarsi delle linee rette che uniscono o non uniscono queste teste; ognuno di voi ha esperienze, relazioni, professionalità da mettere in comune con gli altri. Questo mi sembra un punto di partenza da non sottovalutare.

Si sta diffondendo l’attenzione al Sud del mondo ma questo è per noi un punto di debolezza perché in tutto ciò risultate, risultiamo, “episodici”, “frammentati”; dovremmo trovare un linguaggio capace di mettere sinteticamente in comune anche i contenuti. Il problema del linguaggio è emerso varie volte: fare passare il messaggio ed in quale modo.

Tra le debolezze io inserirei anche il fatto che voi non avete FAME: questa è una debolezza per chi vuole trovare nuove strade. Non siamo spinti dai bisogni fondamentali.

I punti di forza che in quest’ora di lavoro ho riscontrato in voi: concretezza ( a differenza di altre realtà/movimenti che per lavoro ho incontrato), realismo (sapete che siete pochi ma sapete di avere un’esperienza da mettere in comune con altri). Avete un’esperienza di stili di vita ormai consolidata e vi confrontate su temi come scuola, sanità cioè due problemi per voi ma anche per tutta la società, per il mondo in cui viviamo. Rispetto ad altri avete l’esperienza concreta di scelte che coinvolgono la vita quotidiana. Queste sono risorse assolutamente vitali da mettere in gioco. Ecco ancora l’immagine della soglia: che cosa diventerà tutto questo potenziale? Lo si vedrà nei prossimi anni.

Padre Alex Zanotelli

[…] Ritengo fondamentale che dietro ad ogni movimento ci sia una dimensione di spiritualità, che non vuol dire cattolicesimo e che dei gruppi di credenti e non credenti ritrovino la capacità di esprimere, attraverso dei gesti e dei segni, quello che sentono.

Guardate che noi tradiamo moltissime cose belle che abbiamo dentro perché non riusciamo ad esprimerle!!! Dobbiamo invece trovare i segni nelle famiglie, quando siamo in gruppo…

Molti dicono che io faccio il politico mentre in realtà sotto c’è per me spiritualità: prima di tutto vi vorrei ricordare che noi viviamo un momento gravissimo, sia per la nostra democrazia in Italia sia in chiave internazionale, dove tale gravità la ritroviamo in campo economico-finanaziario (pagata dai poveri), in campo ecologico (pagata dal pianeta), in ambito di guerre (pagate dai morti: soltanto in Congo parliamo di 4 milioni di morti in cinque anni di guerre…e nessuno ne parla!). Viviamo dunque un momento drammatico della nostra storia, non possiamo non porci una problematica politica e lo dico a voi…Viviamo all’ombra di Cancun, guardate che se passa il GATS (trattato generale sul commercio dei servizi); se passa il TRIPS (quello sui brevetti) ed un altro paio di trattati…non soltanto i poveri ma anche noi saremo FREGATI! Ecco perché i vostri incontri devono tenere conto di questa situazione di gravità estrema: non possiamo pensare di lavorare solo nel nostro piccolo…ecco allora la mia prima provocazione: non è sufficiente vivere quello che state sperimentando nelle vostre famiglie/gruppi; è importantissimo ma NON sufficiente! Voi dovete cominciare a pensare come dal basso creare un’economia alternativa, altrimenti non ne usciamo fuori e guardate che nessuno può sapere come un’economia alternativa può incidere sulla macro-economia perché per fortuna sono cadute tutte le ideologie, anche l’ideologia del capitalismo. […] non sappiamo cosa sarà il macro, dobbiamo tutti partire dal micro, un micro non limitato alle singole famiglie ma un micro che deve far fiorire dalle vostre esperienze un’alternativa economica che parta dal basso. […] Dobbiamo avere questo coraggio anche noi; dobbiamo iniziare a pensare a delle economie locali, autosufficienti. Anche voi dovete porvi queste dinamiche! Non fate politica economica essenziale!

 da igea marina…”LA PIAZZA”

 Presentiamo altri due temi con gli spunti raccolti venerdì sera, un primo tentativo per immettere le informazioni nella nostra rete.

UN’ALTRA POLITICA E’ POSSIBILE: IMPEGNO POLITICO, RETE LILLIPUT E ALTRO

Campagna Chiama l’Africa: Novara

Giornata dell’impronta ecologica: Firenze

Global March: Pistoia

Agenda 21: Pistoia, Padova

Giornata del non acquisto: Trento, Padova

Sviluppo sostenibile: Verona

Programma in radio: Trieste

UN’ALTRA SOCIETA’ E’ POSSIBILE: COMUNITA’ DI FAMIGLIE E CENTRI DI RIFERIMENTO

Gruppo di condivisione ACF: Rimini 2

Condomini solidali,famiglie in comunità: Torino

Incontri con le scuole: Como, Novara

Riduzione uso automobile: Pordenone

Sportello informativo BdG presso Bottega Comm. Equo: Roma

Esperienze

Bilanci di Giustizia è un grande vulcano

Riportiamo una riflessione di Antonella nata riflettendo sugli stimoli dell’incontro annuale, ci ritroviamo in questa descrizione?

[…] L’immagine che mi viene per descrivere la campagna Bilanci di Giustizia è quella di un grande vulcano eruttante, con una grande sforza interna. E’ vero che le scintille (non so come si chiamano) che escono fuori dal vulcano hanno un’aria molto disordinata, soprattutto da chi vede solo  quelli… Però vengono dalla forza interna (l’aver lavorato sui propri stili  di vita e aver avviato davvero un percorso di cambiamento – ma lo sapete che  quello che ci distingue è proprio la capacità di immaginare concretamente il  cambiamento? – dello stile di vita e aver imparato un modo diverso di stare  nel mondo, di rapportarsi alle cose e alle persone),. Come si fa a organizzare un vulcano? E sarebbe utile organizzarlo? E’ tanto male che escano scintille disordinate?

Antonella – Trento

Un appello da chi da tempo ha iniziato un cammino di ‘ritorno alla campagna’….

Care amiche e cari amici,

stiamo lanciando il progetto VERDESOLE per raccogliere fondi per acquistare un terreno che ci permetterebbe di realizzare pienamente il nostro sogno di vivere in campagna.

[…]Noi stiamo cercando una nuova sistemazione […] qui ci sono moltissime case vuote […] d’altro canto c’è molta gente povera , tra cui molti immigrati, e noi che non hanno una casa dove risiedere. Il problema è sempre lo stesso. La ricchezza si concentra nelle mani di pochi.

[…] questa situazione ci fa riflettere che il possesso della terra ha sempre suscitato, fin dai tempi remoti, iniquità e ingiustizie, come a ribadire una verità fondamentale, cioè che la terra non può essere posseduta da nessuno, in quanto creazione divina a disposizione di tutti gli esseri viventi che la abitano.

[…] Per cui raccogliere donazioni per l’acquisto di un terreno vuol dire anche essere consapevoli che esso proviene dalla condivisione, da parte dei vari sostenitori, della loro disponibilità. Noi desideriamo, quindi, che chi decide di sostenerci, stabilisca, secondo le proprie possibilità, un contatto pratico con il nostro progetto di ‘ritorno alla campagna’. Per questo pensiamo di realizzare una lettera periodica che informi i vari sostenitori sui suoi sviluppi futuri.

Abbiamo deciso di offrire a tutti i sostenitori del progetto anche un oggetto artigianale da noi prodotto, secondo le nostre possibilità.

Allora, volete aiutarci? Potete farlo con donazioni (tramite assegno, vaglia postale ecc.) intestate a FRANCESCO E GERALDINE D’INGIULLO, VIA S. BASILE, 66036 ORSOGNA (CH). Vi invitiamo anche a diffondere questa iniziativa tra le persone che conoscete.

Noi siamo anche propensi alla creazione di una piccola comunità-villaggio per sperimentare la condivisione, la pratica della nonviolenza e la ricerca collettiva verso la sostenibilità e l’autosufficienza.

Se desiderate conoscerci, per avere maggiori informazioni, scriveteci e vi risponderemo ben volentieri.

Francesco e Géraldine

…e da chi ha appena iniziato

Carissimi amici, […]

l’aggiornamento più importante, credo, è che stiamo mettendo insieme un gruppo di persone affini per cercare di partire noi con un progetto di ecovillaggio, non cercare di agganciarsi ad altri gruppi dove comunque ci è sempre sembrato che mancasse qualcosa o comunque che avessero progetti incompleti. Relativamente alle nostre convinzioni è diventato importante per noi anzi, è diventato ancora più importante non cambiare il nostro sogno, vista la strada che stiamo facendo e visto le fatiche che ci sta costando (ma lo sapete eh che ci sono state e ci sono tante, tantissime soddisfazioni ;-)). Ora siamo pochini ma ci conosciamo da qualche tempo e crediamo in questa cosa profondamente: uscirà sulla rivista mensile aam terra nuova (a partire credo dal 15-20 di ottobre) una nostra inserzione che vi anticipo in esclusiva in questa email : Vogliamo vivere serenamente ed in armonia con noi stessi, con gli altri e con la natura, avendo il minor impatto ambientale possibile. Per questo cerchiamo altre persone che condividano con noi la scelta vegetariana e la fiducia nelle terapie naturali, la passione per l’agricoltura biologica e sinergica e per l’artigianato e la voglia di crescere insieme trovando sempre una soluzione ai conflitti che soddisfi tutti. Vogliamo aprire il nostro cuore ed imparare ad amare incondizionatamente, ad accogliere e farci accogliere da chi è in difficoltà, svantaggiato ed emarginato. Siamo impegnati da tempo a contrastare l’accumulo di potere e risorse nelle mani di pochi a scapito di molti e per questo ed altri motivi abbiamo scelto di vivere sobriamente, senza sprecare nulla, di contribuire allo sviluppo di piccole attività, ecc… Ora vogliamo piantare questo seme e far nascere un ecovillaggio basato su questi principi: sia il luogo che la forma che le modalità saranno ovviamente decise insieme dal gruppo che si sta formando.

Se vi interessa sapete come contattarmi, vi farò sapere presto come procedono le cose intanto un abbraccio a tutti e a presto !

Mariella e Andres

 Bilagioco

 Il Bilagioco (completo nella scatola) sarà a disposizione dei referenti nell’incontro dell’8 novembre. Chi non potesse ritirarli in quella data potrà rivolgersi ai referenti, che fungeranno da riferimento per le diverse aree geografiche.

Giornata del non acquisto 2003

Avete cominciato la preparazione della Giornata del Non Acquisto? Se vi servono materiali sul sito (sotto eventi) troverete oltre a tutti i materiali presenti già l’anno scorso (volantino del gruppo di Bologna, vari biglietti del tipo “oggi non compro nulla…”, scontrino del Non Acquisto, Zeuro la moneta del Non Acquisto) troverete anche la scatola del Sobrium, di cui Simone Cecconi porterà alcuni pezzi all’incontro referenti. ATTENZIONE al materiale sul sito perché a oggi ha ancora la data dello scorso anno! Se create altri materiali interessanti passateceli e li metteremo in rete.

Non dimenticatevi di segnalarci tutte le iniziative!!!!

Come spunto di riflessione vogliamo condividere uno scritto che una mamma ci ha inviato in occasione della GNA 2002.

Pensiero nella Giornata del Non Acquisto a mia figlia.

Se mai potrai capirmi spero perlomeno di ricevere il tuo sorriso per quanto ora ti dico.

Noi siamo stati figli, proprio come ora lo sei tu.

Abbiamo avuto genitori che ci hanno educato, insegnato ciò che ritenevano giusto.

Malgrado l’inesperienza e gli affanni di tutti i giorni hanno dimostrato il meglio di sé; se esistesse una bilancia dove posare le cose giuste e le cose sbagliate che mi hanno trasmesso, sicuramente l’ago gira verso il piatto pesante, quello dell’educazione, del rispetto e dell’amore.

Il loro è stato un impegno di ogni giorno, una promessa mai dimenticata, forse anche perché…..

….Sai, i tuoi nonni han passato la guerra. Che strana questa frase e più il tempo passa più sembra vecchia in questo paese. Erano bambini, come lo sei tu, ora, e la guerra l’han vissuta come un gioco perché sono stati risparmiati dalle cose più brutte che essa può portare.

Da bambini tutto sembra un’avventura.

Da quando son nata non c’è stata alcuna guerra nel nostro paese. Parecchie rivolte, molti attentati, tante manifestazioni ma mai niente che ricordasse quel passato, con le bombe e le distruzioni.

Solo la natura fa la guerra ma questo è il risultato di scelte sbagliate fatte da tutti, da tutti quelli che usano il denaro e che gli danno una grandissima importanza.

Per questa ragione, in questo giorno che si ripete ogni anno in tutto il mondo, credo che oltre all’educazione, al rispetto e all’amore abbia da insegnarti che il denaro non serve così come si pensa normalmente.

Ti sogno libera da tutto, padrona di niente e del mondo intero, proprio come i barboni, capace di fare a meno di qualcosa, capace di domandarti da dove nasce qualsiasi oggetto o alimento, se per ognuno di questi l’ago della bilancia gira verso il piatto della giustizia, del rispetto, della solidarietà perché ogni singola cosa, anche una noce, ha la sua storia e forse la memoria di una guerra.

Forse partendo dalla libertà dei beni potrai arrivare a capire la vera libertà, quella che rende una persona bella e buona.

Confido in me, nel dimostrarti ogni giorno quanto sia vero e possibile quel che ti dico, anche se non è quello che si pensa normalmente.

Mamma.

29 Novembre 2002

Vi ricordiamo che aspettiamo le vostre fiabe!

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