BILANCI DI GIUSTIZIA
LETTERA DI INFORMAZIONE TRA GLI ADERENTI ALLA CAMPAGNA
N° 148 MARZO 2010
in questo numero:
- _Incontro Referenti_resoconto del 27 marzo 2010 _
- _Giro d’Italia dei gruppi locali _la tappa di Pordenone
- __’Ci guadagni se costa di più’ _da Avvenire – Marco Morosini
- _Ospitalità = la grande opportunità dei Bilancisti _aggiorniamo le liste!
- _Schede Annuali inviate _divise per provincia di provenienza
- _ Verso l’Incontro Annuale 2010 _inviate in Segreteria le vostre proposte di laboratorio
- _ Stiamo lavorando per/con voi!!! _
- _Rubriche > |Il racconto a caldo dell’esperienza Bilangiovani a Firenze |Aspettando il pezzo che il gruppo preparerà per la lettera mensile di aprile!
_Incontro Referenti _
resoconto del 27 marzo 2010
All’Incontro Referenti erano presenti: Giuseppe di Monza-Brianza, Lucina di Pordenone, Danile di Oleggio, Sergio di Como – Cantù, Ilaria di Faenza, Giuseppina e Giorgio di Bologna, Serenella e Marisa di Venezia, Giancarlo di Borgomanero, Michele di Pisa, Maddalena e Carol di Udine, Giovanni di San Benedetto del Tronto, Angelo e Patrizio di Firenze, Graziella di Aosta, Famiano di Treviso, Paolo di Rimini, Marco di Roma, Alberto e Patrizia con Alessio e Sara di Bari, Caterina e Gianni.
In questo Incontro Referenti abbiamo avuto la gioia di avere presenti rappresentanti da Aosta a Bari: vogliamo ringraziare tutti, specialmente quelli che hanno dovuto sobbarcarsi un viaggio molto gravoso.
* Abbiamo iniziato lavorando sull’Incontro Annuale
Il tema proposto dai Promotori per il prossimo Incontro Annuale è
L’anello tra il personale e il politico”
Con un brainstorming abbiamo raccolto le riflessioni su ‘cos’è davvero questo anello’?:
- il parlare delle scelte personali per amplificarle
- l’informazione, che parte dall’esperienza concreta
- il sostegno a un famigliare che si occupa di politica
- il contatto con Associazioni / Rete di conoscenze
- il creare delle occasioni di incontro
- l’acquisire consapevolezza che i problemi sono mondiali
- la bellezza di quello che facciamo, cogliere l’opportunità di costruire qualcosa di nuovo
- comunicazione e relazione = la comunicazione della relazione e la relazione della comunicazione
- la partecipazione a momenti pubblici
- il luogo in cui viviamo
- la consapevolezza che ogni nostra azione si riverbera sugli altri
- la semplificazione degli strumenti, anche relazionali
- il cogliere le opportunità concrete di testimoniare
- non c’è un “tra” personale e politico
- i figli
* All’Incontro Referenti Luca Gaggioli ha fatto pervenire questa riflessione:
“Perché riprendere in mano la Scheda del Bilancio Mensile, visto che sempre meno famiglie la compilano”?
Perché oggi, più che mai, dobbiamo essere capaci di contabilizzare il cambiamento. Diceva Einstein che si passa molto tempo a contare le cose che non contano e le cose che contano veramente non si possono contare. La novità di oggi è che le cose che contano iniziano a poter essere contate. Ad esempio il rapporto tra reddito e felicità oggi non è più affidato soltanto a percezioni soggettive; gli studi degli economisti oggi evidenziano, con dati numerici, il paradosso per il quale la crescita del reddito pro capite ha un effetto negativo, a parità di altre condizioni, sui beni relazionali e, attraverso questo effetto, un impatto indiretto negativo sulla felicità individuale.
Quindi, il nostro strumento di lavoro (inventato nel 1993) appare oggi più importante di allora (forse era troppo avanzato).
I QUARS di Sbilanciamoci, le guide del CNMS hanno bisogno dei numeri delle nostre schede e del nostro rapporto annuale, altrimenti si fermano alla fase dell’analisi, a mostrare dove siamo e al massimo indicare dove vogliamo andare, ma manca loro il nutrimento per accompagnare il cammino di tutti coloro che vogliono cambiare ‘stile di vita’ per cambiare il mondo.
La scheda mensile è il riassunto dell’identità dei Bilanci di Giustizia, se è vero che il “bilancista” è concreto, sa mediare, è coinvolto, è libero e sa cogliere le opportunità di cambiamento.
La scheda mensile è insieme momento privato e pubblico, è interiorità e socialità, misura il grado di libertà individuale e aiuta a riconoscere i meccanismi sociali di riduzione e mortificazione della libertà.
La scheda mensile è la nostra risorsa: ‘misura’ l’economia che sta dietro alle scelte, misura anche gli spostamenti nel campo sociale e culturale, ma misura anche la robustezza psichica e la forza della nostra coscienza.
La scheda mensile racconta il bilancio familiare ma anche le motivazioni e le conseguenze, cercando di misurare la qualità della vita.
Oggi le cose si sanno ma non si fanno; per questo se non vogliamo cadere anche noi nella retorica del sapere fine a se stesso, dobbiamo recuperare la concretezza e la misurabilità dei dati della scheda mensile. Certo guardando oltre, non con la fantasia ma con l’applicazione metodica del calcolo delle conseguenze.
Ogni consumo spostato è segno di libertà individuale (attenzione che non sia un consumo alternativo indotto, quanto quello usuale, da meccanismi esterni) è principio di mutamento culturale. è l’anello di congiunzione tra personale e politico.
Un viandante cammina per una strada assolata, finché giunge nei pressi di un cantiere, ove tre scalpellini lavoravano sotto il sole cocente.
Si avvicina al primo di essi e gli chiede: “Cosa stai facendo?”
E quello: “Non lo vedi? Sto sudando!” e il suo sguardo era torvo e il suo volto affaticato.
Si avvicina al successivo scalpellino, gli rivolge la stessa domanda: “Cosa stai facendo?”
E quello: “Non lo vedi? Mi sto guadagnando il pane!” e il suo sguardo era spento e il suo volto rassegnato.
Il viandante prosegue e ripete al terzo scalpellino la domanda: “Cosa stai facendo?”
E quello: “Ma come, non lo vedi?” Stiamo costruendo una cattedrale!” e i suoi occhi brillavano di soddisfazione e sul suo volto non vi era traccia di fatica.
Dietro ogni voce della scheda del bilancio mensile si nasconde la possibilità di un cambiamento dello stile di vita individuale e familiare.
Dobbiamo però interrogarci su:
- la gradualità e la gradazione degli spostamenti;
- quali implicazioni sociali e ambientali ci sono dietro i singoli consumi;
- quale società e quale economia comincerebbe a prendere forma;
- quali scelte economiche (aziende private) e quali politiche (governo) sarebbero indotte;
- cosa succederebbe se anziché 100 famiglie fossero 100 volte 100.
Le reazioni dei Referenti (divisi in piccoli gruppi) a questo testo sono state le seguenti:
- Siamo in accordo, la scheda è uno strumento e un aggancio alla realtà della vita di ciascuno.
Forse si potrebbe aggiungere una voce, quella del tempo spostato. - A volte gli impegni sono una scusa per non compilare, è da vedere perché effettivamente non lo facciamo. Resta uno strumento che ci permette di confrontarci con le altre famiglie.Tutto questo è positivo, sempre che la scheda non sia un ritorno al passato, c’è anche altro.
- Parlando all’esterno o la scheda non viene capita, e ci considerano degli snob, oppure viene capita ma la gente prende paura. È comunque meglio fare qualcosa di approssimativo che non fare nulla.
- Bisognerebbe dare nuova vita alla scheda, chiedersi perché non la si usa. Ma se non guardiamo oltre il suo scopo immediato, come per gli scalpellini, tutto sarà fatica. Il saper guardare “in là” è una molla delle nostre azioni. La dimensione pratica è propria dei Bilanci, il termine “politica”, per la situazione generale in cui viviamo, non ci piace proprio, meglio dimensione pubblica, collettiva…
* La bozza per l’Incontro Annuale è stata accolta dai Referenti
con la raccomandazione di capire come poter utilizzare per la Campagna quello che uscirà dall’Incontro Annuale: capire chi ci può lavorare; trovare il modo di non limitarci ad ascoltare i relatori, ma con i relatori i Bilanci devono ‘dialogare’.
Dobbiamo tenere presente il lavoro che ha lanciato Gesualdi l’anno scorso per vedere come è andato il progetto “Cerca la rotta”.
* Nel pomeriggio Cristiano Bottone ci ha parlato del movimento ‘Città in Transizione’
Ci è sembrato un percorso interessante che potremmo approfondire anche in occasione dell’Incontro Annuale.
_Giro d’Italia dei gruppi locali _
La tappa di Pordenone
Per parlare del gruppo di Pordenone premettiamo che è distribuito sulla provincia e non concentrato in città. Narra la decana del gruppo (manteniamo il segreto di Pulcinella sulla sua identità) che agli inizi lo ‘zoccolo duro’ stava a Spilimbergo, poi le cose sono cambiate e siamo ancora più sparsi sul territorio. Questo è un problema da diversi punti di vista: è un po’ più diffi cile incontrarsi e non abbiamo a che fare con una sola realtà locale ma ciascuno di noi deve misurarsi con la propria. Come conseguenza non riusciamo ad avere una massa critica tale da mettere in atto azioni politiche incisive. (Vi pare un motivo valido o la classica buona scusa? Mah, fate voi!)
Per consolarci della mancanza di iniziative targate BdG diamo una mano a quelle che troviamo sulla nostra stessa lunghezza d’onda. Da qualche anno collaboriamo con Legambiente all’organizzazione di un evento di sensibilizzazione a tematiche ambientali dove contribuiamo con uno spazio dedicato ai detersivi, un laboratorio sull’autoproduzione e una conferenza con “l’esperto”.
Un altro evento che vede coinvolti molti di noi è la via crucis da Pordenone alla base militare di Aviano, giunta alla XIV edizione. Si tratta di una manifestazione che ha una base organizzativa abbastanza variegata, un arcobaleno a cui anche i bilanci aggiungono un colore. Aggiungerò qui una nota personale. Sono stato colpito da come gli organizzatori di questa manifestazione siano stati in grado di trasformare un rito che defi nirei ‘tradizionalmente stanco’ in una cosa viva e partecipata, dove si parla di ingiustizie non solo in termini di qualcosa accaduto duemila anni fa ma si parla soprattutto di quelle che avvengono ai nostri giorni. Parlando quindi di crocifi ssi di carne, non di legno, come invece va di moda. Questo fa si che vi partecipino anche atei, mentre tiene lontane persone anche impegnate dal punto di vista ecclesiale che la vedono…beh non ci vengono le parole giuste e forse è meglio così altrimenti ne uscirebbero solo dei luoghi comuni.
Oops, abbiamo divagato un po’, sarà meglio tornare a parlare del gruppo.
Che resta da dire? Beh, vivendo sparsi sul lembo orientale della pianura padana ovviamente l’orto non è tra i propositi per il prossimo anno ma un qualcosa di consolidato e direi anche dato per scontato. Ok, i raccolti non sono sempre all’ altezza delle aspettative, ogni tanto qualche esperimento delude (l’ anno scorso ci hanno consigliato una zucchina che si è fagocitata mezzo orto ed alla fi ne ha prodotto una ‘roba’ che non ha incontrato i favori del palato di nessuno) ma non sapremmo farne a meno. C’è poi chi è riuscito a creare un bell’allevamento di polli, tacchini, oche, germani, e galline con tanto di autoproduzione del becchime.
Ed infi ne gli incontri. Riusciamo a fare uno ogni mese o due e ci servono per ricaricarci sia spiritualmente che corporalmente. Il guaio è che le due cose mal si conciliano. Quando viene rifocillato bene il corpo (leggi gran cena, tipo i panzerotti dell’ ultima volta) poi lo spirito viene un po’ meno e terminata la cena non abbiamo voglia di aff rontare argomenti complessi.
*E con questo chiudiamo. Dov’è la prossima tappa?
_’Ci guadagni se costa di più’ _
Da Avvenire – Marco Morosini
Da Avvenire del 4 marzo 2010, di Marco Morosini.
Sembra un rompicapo, invece è l’uovo di Colombo: con la equo-spesa spesso si paga di più ma alla fi ne si spende di meno. I prodotti con maggiori qualità ecologiche o sociali costano quasi sempre di più:
dieci, venti per cento, a volte anche il doppio. Eppure, chi pratica sistematicamente l’equo-spesa alla fi ne spende di meno.
Lo suggerisce l’esperienza dei «Bilanci di giustizia». Il loro motto è «Consumare meno, consumare meglio». Il loro reddito medio è inferiore a quello medio delle famiglie italiane. Non si tratta quindi di benestanti, ma di persone con risorse economiche modeste. Il loro impegno è duplice.
Primo, applicare criteri ecologici e d’equità sociale in tutte le possibili voci di spesa e d’investimento.
Secondo, documentare in una scheda mensile tutte le spese «spostate» verso opzioni eco-solidali.
L’elaborazione di questi dati permette da dieci anni di constatare nel Rapporto annuale dei Bilanci di giustizia che circa un terzo di tutti gli esborsi sono stati fatti con criteri ecologici e d’equità o solidarietà sociale. Ma come può la somma di prodotti spesso più cari farci risparmiare? Ciò che alla fi ne costa meno non è una lista di singoli prodotti, ma è uno «stile di vita» più orientato al futuro. Invece che dai modelli di consumo degli anni ’80, uno stile di vita adeguato ai tempi si chiede: come migliorare la qualità della vita di nove miliardi di persone (nel 2050), riducendo contemporaneamente il consumo di risorse e il degrado ambientale? Non si tratta quindi di limitarsi ad acquistare qualche prodotto con marchio «bio» o «eco-solidale», ma piuttosto di impostare l’insieme di spese e investimenti con criteri di sostenibilità, cioè cercando di ridurre al minimo necessario l’uso di energia, materiali e imballaggi, i trasporti, la pubblicità.
Il risultato è che diverse voci di spesa tipiche dei modelli consumistici del passato si riducono o scompaiono.
Se alla cena dei capi di Stato dell’ultimo vertice dei G20 Obama ha fatto servire acqua di rubinetto, se il sindaco di New York e il governatore della California per ridurre i rifi uti e i trasporti inutili invitano a preferire l’acqua del rubinetto a quella imbottigliata nella plastica, perché noi dovremmo invece restare fermi a vecchi modelli di consumo? I tempi stanno cambiando. Buona parte dell’industria pubblicitaria raddoppia gli sforzi per far restare i consumi ancorati a vecchi schemi. Eppure milioni di cittadini stanno rendendosi conto che non si può più consumare come ai tempi della guerra fredda o dell’autunno caldo.
Nei Paesi anglosassoni due neologismi defi niscono chi adotta stili di consumo al passo con i tempi: Loahs, Lifestyles of Health and Sustainability (stili di vita salutari e sostenibili) e Lovos, Lifestyles of Voluntary Simplicity (stili di vita di semplicità volontaria). Negli Usa si tratterebbe di 40 milioni di persone nel 2007, per un potenziale annuo di spesa di 300 miliardi di dollari. «More fun, less stuff » (più piacere, meno roba) è il motto del «New American Dream» («nuovo sogno americano»), un’associazione che promuove stili di vita più semplici, che privilegiano natura, famiglia, amici, spiritualità, convivialità, sport, tempo libero al «lavorare di più, per guadagnare di più, per consumare di più» (www.newdream.org). «Your money or your life» («i soldi o la vita») si intitola un libro di successo di due ex manager statunitensi che hanno cambiato il loro stile di vita: hanno dimezzato il tempo di lavoro e i guadagni e raddoppiato la qualità di vita (www. yourmoneyoryourlife.org).
Una delle peculiarità dei «bilancisti» sono gli intensi contatti tra loro: non solo si scambiano in internet informazioni e consigli, ma s’incontrano spesso in città per praticare gruppi d’acquisto all’ingrosso di certi generi alimentari. Una volta l’anno si riuniscono in un incontro nazionale, metà convegno e metà festa, dove si mangia insieme e si chiacchiera. Attraverso questi contatti si scopre così che alcune scelte di beni durevoli ecologici portano non solo a un risparmio di energia, materiali e inquinamento, ma anche a un risparmio di soldi se si sommano i costi d’investimento e gestione.
Quando si tratta di cambiare per esempio il frigorifero o il televisore, si esaminano le apparecchiature con il record dei bassi consumi nella classifi ca www.eurotopten.it («dieci migliori»): questi apparecchi costano in genere di più ma i loro più bassi costi di gestione permettono di recuperare in qualche anno i sovraccosti d’investimento e di profi ttare poi dei soldi risparmiati ogni anno. Lo stesso vale per l’automobile: per esempio una Toyota Prius ibrida (benzina e elettrica) costa un po’ di più ma ha le più basse spese per il carburante: quasi la metà di quelle di un veicolo tradizionale.
Gli stili di vita e consumo più sostenibili hanno due vantaggi: riducono i danni ambientali e sociali alla popolazione locale e globale (ma di ciò il singolo profi tterà solo indirettamente, in piccola misura e a lunga scadenza); inoltre, stili orientati più al godimento e meno al consumo permettono di migliorare qui e subito la qualità della propria vita.
Diverse ricerche confermano che da una ventina d’anni nei Paesi industriali si lavora più ore, invertendo la direzione del progresso, che per secoli portò anche a ridurre la durata del lavoro. Se ai tempi di lavoro retribuito si aggiungono le centinaia di ore spese per i trasferimenti e soprattutto per la gestione economica di se stessi, come se ognuno fosse una piccola azienda, non meraviglia che sempre più persone ritengano peggiorata la qualità della loro vita. I vantaggi che alcuni nuovi prodotti portano alla vita quotidiana non riescono a compensare l’aumento delle ore di lavoro, dello stress, dell’inquinamento e del rumore. Così milioni di persone lo stanno capendo e decidono di cambiare stile di vita.
_Ospitalità = la grande opportunità dei Bilancisti _
Aggiorniamo le liste!
La ricchezza della nostra rete sono proprio le persone.
Per fare circolare questa ricchezza e ampliare la rete di rapporti il modo più efficace è mettersi realmente in contatto.
Utilizzare la rete dell’ospitalità bilancista è uno dei modi più piacevoli per coltivare le relazioni. Poniamo una domanda a tutti i bilancisti: perché è più facile ‘offrire’ la propria disponibilità che ‘chiedere’? la Lista viene stesa perché gli aderenti sono felici di accogliere chi chiede ospitalità!!! Chi vuole inserirsi e che vuole segnalare variazioni deve comunicarcelo entro il 25 aprile 2010 indicando l’indirizzo completo e il numero di posti disponibili, assieme ad eventuali note particolari.
Ricordiamo che si tratta di una ospitalità ‘leggera’ e che quindi dopo 3 notti (al massimo) si devono togliere le tende.
Invitiamo tutti quindi a utilizzare la “Rete dei BilaHotel” e a mandarci le loro impressioni di viaggio, per farvi gustare questa esperienza vi riportiamo un ‘racconto di viaggio’. Nella prossima lettera troverete la Lista Ospitalità 2010 aggiornata.
Ciao,
lo scorso mese di aprile mi sono recato a Firenze (da Bergamo) per partecipare ad un convegno sulla stabilità degli alberi, tenuto da un luminare tedesco del (è il casi di dirlo) ‘ramo’.
La scelta era tra partire alle 5 del mattino, e arrivare ciononostante trafelato, o arrivare la sera precedente e vivere la giornata con maggiore serenità. Ho potuto fare questa seconda scelta grazie alle tariffe speciali offerti dai BilaHotel fiorentini.
Devo dire che l’esperienza è stata splendida. La famiglia che si era inizialmente resa disponibile all’ospitalità ha pure avuto un contrattempo dell’ultimo giorno, che però non mi ha creato problemi: sono stato indirizzato ad un’altra famiglia di bilancisti che mi ha accolto e ospitato con sincero calore ed amicizia. In nessun hotel avrei trovato la stessa atmosfera e serenità.
La giornata, manco a dirlo, è stata splendida, anche grazie a questa possibilità che mi è stata offerta.
Un grazie sincero alla famiglia di Patrizio e Elisabetta che mi ha ospitato e alla famiglia di Angelo e Liliana che mi ha prenotato il BilaHotel. E, ovviamente, a tutto il gruppo di Bilanci che rende possibile tutto questo!
Ciao, Mauro
_Schede mensili inviate _
Divise per provincia di provenienza
Quest’anno sono arrivate in Segreteria 83 Schede Annuali, ve le riportiamo secondo la loro provincia di provenienza:
Ascoli Piceno-1_Bari-1_Bergamo-3_Biella-1_Bologna-4_Brescia-4_Como-6_Cremona-2_ Ferrara-2_Firenze-1_Lecco-1_Lecce-1_Monza Brianza-1_Macerata-1_Milano-1_Modena-3_ Novara-7_Padova-4_Pisa-1_Parma-1_Pordenone-2_Pistoia-1_Pavia-1_Reggio Emilia-1_Roma-4 Rimini-1_Rep. San Marino-1_Trento-3_Torino-3_Trieste-1_Treviso-8_Udine-3_Venezia-3_ Verona-4_Germania-1
_Verso l’Incontro Annuale 2010 _
Inviate in Segreteria le vostre proposte di laboratorio
Incontro Annuale 2010 si terrà da giovedì 26 agosto a domenica 29 agosto
Anche quest’anno avremo dei fantastici Laboratori
Ogni gruppo o singolo che voglia cimentarsi a gestirne uno ci mandi la sua proposte!
_Stiamo lavorando per voi_
Nel mese di febbraio abbiamo:
.Preparata e spedita la Lettera Mensile di febbraio
..Preparato e condotto l’Incontro Promotori del 6 febbraio
…Risposto alle mail
….Raccolto le Schede Mensili e le Schede Annuali inviate
…..Presentato i Bilanci al Gruppo Volontari in Servizio civile del Comune di Venezia
Rubriche
Il racconto dell’esperienza Bilangiovani a Firenze
|Aspettando il pezzo che il gruppo preparerà per la lettera mensile di aprile!
Quella vissuta a Firenze dal neonato gruppo Bilangiovani
– rinominato ormai Fuori Rotta dall’inventiva dei ragazzi –
è stata un esperienza che merita di essere raccontata con attenzione.
Nessuno di noi, prima di partire, avrebbe potuto immaginare come sarebbe andata:
come avrebbero vissuto i ragazzi quei tre giorni (29 – 31 marzo)? che clima si sarebbe formato?
Proprio per questo motivo, ci siamo lasciati totalmente coinvolgere e stravolgere dall’entusiasmo e dalle personalità dei ragazzi.
Assieme a loro, abbiamo avuto la possibilità di visitare alcune realtà ‘resistenti’ fiorentine, come la Cooperativa Fontenuova – centro diurno per ragazzi con diverse disabilità – dove l’accoglienza riservataci è stata davvero preziosa. Lì abbiamo incontrato Patrizia Ragazzini – la responsabile della Comunità – che abbiamo scoperto essere bilancista di lungo corso (la comunità è in rapporto anche con il gruppo Bilanci di Firenze). Assieme agli operatori ed alle persone che nella comunità lavorano e vivono, abbiamo impastato e cotto a legna le pizze del nostro pranzo e condiviso una mattinata all’insegna dell’accoglienza reciproca. Il fatto poi di aver raggiunto la cooperativa in bicicletta, nonostante fosse in collina, ha donato un tocco di avventura in più alla visita!
La stessa giornata è continuata con la visita alla Comunità di base Le Piagge, in un quartiere periferico di Firenze. Ad attenderci Francesca, insegnante di italiano agli straniere che a Le Piagge non ci vive, ma che ha fatto di quel luogo la sua comunità di adozione. Ascoltare i suoi racconti sulle difficoltà, le diversità e sulla storia dell’impegno concreto e quotidiano è stato per tutti noi un momento di profonda riflessione. La giornata si è conclusa con un’esotica cena al Paladar: ristorante gestito da donne immigrate in Italia ormai da molti anni, che con la loro attività lavorano per l’integrazione ed il rispetto delle diverse culture del mondo.
L’ultimo giorno ci ha visti alle prese con la Firenze più mondana, anche se per breve tempo.
I Ragazzi di Sipario -ristorante ga cui tavoli servivano alcuni ragazzi diversamente abili- è stato il teatro del nostro, per il momento, ultimo pranzo assieme.
Se dovessimo definire quest’esperienza con una parola, crediamo che la più azzeccata sarebbe partecipazione: tutte le scelte e le decisioni infatti sono state prese in comune accordo con i ragazzi.
Noi ci siamo posti come semplici mediatori tra naviganti, ma naviganti a nostra volta con molto da apprendere e poco da insegnare.
Questi ragazzi hanno voce, una gran voce, ed è stato importantissimo essere lì per ascoltarli.
Il sentore, tornati a casa, è che si sia cresciuti un po’ tutti.
Ora l’importante è dare continuità all’esperienza,
non lasciare che rimanga una fi ammata o un bel ricordo,
ma fare in modo che si continui, con piccoli segni e riflessioni, sulla strada intrapresa.
A proposito, nella prossima lettera di aprile si cercherà di raccontare a più voci – quelle dei ragazzi – cosa ha rappresentato per la sensibilità di ciascuno l’esperienza di Firenze: l’elaborazione corale è già riflessione e cammino insieme.
Noi cercheremo,con il racconto e la disponibilità, di portare questa ‘fuga in avanti’, questa avventura, all’interno della rifl essione padagogica -educare alla libertà- di Bilanci di Giustizia .
Chissà che non possa essere una boccata di aria fresca, uan nuova fiducia nei nostri ragazzi!
monica e domenico
____________Intanto potete guardarvi alcune fotografie su____________
www.flickr.com/photos/segreteria_bilancidigiustizia/