Gennaio
BILANCI DI GIUSTIZIA
LETTERA DI INFORMAZIONE TRA GLI ADERENTI ALLA CAMPAGNA
N° 96 – GENNAIO 2005
BILAPRIDE 2004
per le spese dell’anno 2005
Finora abbiamo ricevuto contributi per 3275 euro
con i quali dovremmo essere in grado di sostenere
le spese della Campagna solo fino a maggio… e poi?
ESSERE CAMPAGNA
O ESSERE…..?
Nell’incontro referenti del 6 novembre a Bologna abbiamo deciso di definire entro quest’anno quale forma (giuridica) dare alla nostra Campagna e di riflettere su come avvengono i processi decisionali all’interno di BdG.
Non è la prima volta che ci troviamo a interrogarci su questi temi, quindi, per cercare di sciogliere completamente questo nodo, abbiamo pensato ad un percorso di riflessione da condividere nei prossimi mesi.
Come primo passo abbiamo chiesto ad alcuni Referenti di mandarci le loro considerazioni. Queste prime note ovviamente non esauriscono tutte le possibili soluzioni, servono solo per avviare la discussione nelle famiglie, nei gruppi locali e fra tutti gli aderenti tramite questa lettera.
Cari amici,
Mi sono confrontata anche con Francesca ed entrambe crediamo che tra i valori dell’attuale organizzazione della Campagna che andrebbero sicuramente preservati, ci sono la grande libertà e la responsabilità che viene lasciata ai gruppi locali. Ci è sempre sembrata una scelta molto importante quella di lasciare che i temi, le modalità e i tempi dell’azione dei gruppi, fossero decisi in funzione dei bisogni e delle risorse della realtà locale e della storia personale e collettiva dei singoli partecipanti. Questo ha fatto sì che, a livello individuale, ciascuno potesse iniziare un cambiamento di stile di vita partendo dal proprio vissuto e con la propria sensibilità, senza vedersi imposti dall’alto indirizzi e priorità, e, a livello di gruppi, potesse fiorire una grande ricchezza e varietà di elaborazioni, idee e contributi originali e creativi. La Campagna è stata capace di cogliere e preservare questa grande ricchezza, di farla circolare, di elaborarla in proposte concrete e di rimandarla ai gruppi, muovendosi sempre con un’estrema “leggerezza”. Tutto ciò è secondo noi un patrimonio da custodire, anche nell’ipotesi di costituirci in Associazione.
La forma associativa non ci spaventa: come tutti gli strumenti non è neutro (ma quanti strumenti non neutri ancora usiamo nel nostro tentativo di costruire un’economia più giusta e solidale…), ma può essere conformato e usato in modo tale da sfruttare al massimo le ricadute positive (possibilità di rapportarsi con le istituzioni, trasparenza e forse maggiore efficienza dell’organizzazione…) e ridurre al minimo gli effetti negativi (meccanismi di delega, irrigidimento delle strutture…). Dovrebbero essere già previste nello statuto regole molto precise e chiare che tutelino o meglio favoriscano la più ampia partecipazione di tutti i gruppi alla discussione interna e al momento decisionale, e la trasparenza e la democrazia in tutti gli ambiti (dare il potere decisionale solo all’assemblea? Solo ai referenti previa discussione nei gruppi di precisi ordini del giorno? Scegliere il metodo del consenso come pratica decisionale?…). E’ chiaro che gli aspetti da considerare e i problemi da affrontare nel pensare ad una forma associativa “giusta” saranno molti (mi viene in mente ad esempio, come conciliare e armonizzare la partecipazione dei gruppi e dei singoli individui), ma credo che questo non ci debba spaventare: se finora siamo stati capaci di esprimere, come si diceva all’ultimo incontro, una leadership diffusa, un alto livello di partecipazione, non credo che cambieremo a causa dell’Associazione; se c’è lo “spirito” non sarà la legge a tarpargli le ali. L’importante è che fin da ora pensiamo ad organizzare dei momenti specifici di riflessione e di autoformazione per arrivare ad una scelta consapevole.
Un’ultima parola in merito al gruppo Promotori: né io né Francesca, ne conosciamo perfettamente scopi e funzioni: se come ci sembra, il suo è un ruolo essenzialmente propositivo e di indirizzo, può darsi che la costituzione di un’Associazione sia l’occasione giusta per riconsiderarne la necessità e ripensarlo eventualmente nell’ottica di una maggiore rappresentatività.
Auguri a tutti per l’impegno che ci aspetta quest’anno.
Patrizia – Ivrea
Rispetto alle domande che mi avete posto, mi sembra opportuno invertirne l’ordine, perché ritengo che i processi decisionali debbano essere funzionali al tipo di organizzazione in cui si vuole applicarli.
Sulla forma giuridica che potremmo assumere
Detto così, data la natura delle attività di cui ci occupiamo, non mi pare che il codice civile offra molte alternative: se si esclude il comitato, che non si adatta alla lunga durata degli obiettivi che ci poniamo, non resta che l’associazione non riconosciuta, alla quale bisognerebbe provare a far attribuire la qualifica di ONLUS (il Centro Nuovo Modello di Sviluppo c’è riuscito) per godere di agevolazioni normative ed economiche.
Il problema aperto è, però, SE dotarci di una personalità giuridica, con gli obblighi formali che ne conseguono (statuto, presidente, consiglio direttivo, registro dei soci, assemblee dei soci ecc.). Il timore che molti esprimono in proposito, chiaramente emerso nell’ultimo incontro referenti e in qualche scambio di messaggi sulla lista, è che i formalismi finiscano col soffocare la Campagna con la sua specificità.
Personalmente, se si sostituisce a “soffocare” un più neutro “cambiare”, sono d’accordo sulla prima metà dell’affermazione, ma non sulla seconda. Mi spiego.
Una campagna che dura da undici anni e mezzo o non è già più una campagna oppure è un’esperienza fallimentare. “Campagna” (che, ricordiamocelo, è un termine desunto dal linguaggio militare!) indica un “complesso di iniziative di varia natura, prolungate nel tempo, intese al raggiungimento di un particolare scopo” In effetti, quando Bdg fu lanciata, si pensava di poter conseguire in un tempo abbastanza breve l’obiettivo di raggiungere un numero di adesioni tali da poter condizionare dal basso, spostando i consumi, il sistema economico. Come sappiamo, le cose sono andate diversamente e quel tipo di obiettivo – che a me pare costitutivo del carattere di campagna di BdG – nei tempi che si prevedevano è stato mancato e non è stato raggiunto neanche dopo. Tuttavia l’idea di fare collettivamente scelte di consumo critico, misurandosi con i conti della spesa e inventando stili di vita, non ha perso forza, è, anzi, divenuta il “marchio di fabbrica” di BdG, l’elemento su cui si è costruita l’identità bilancista.
Se le cose stanno così, non possiamo forse dire che la Campagna, progressivamente e, almeno in parte, inavvertitamente, ha già cessato di essere tale per diventare qualcosa di molto simile a un’associazione? Quando, però, si fa riferimento alla specificità di BdG, si intende non solo quanto ho già ricordato circa l’idea centrale che la anima, ma anche, sul piano del metodo, la cosiddetta “leadership diffusa” che la caratterizza. A ben vedere, è forse questo l’aspetto che si teme più di perdere in un’eventuale formalizzazione.
A mio avviso il timore è fondato, ma non tale da far propendere per il mantenimento dello statu quo. Infatti, da dove deriva il nostro stile di leadership? Dal fatto che, fin dall’inizio, l’elemento identitario di BdG è stato non l’ingombrante figura carismatica del fondatore, come in altre realtà – e di questo non finiremo mai di ringraziare la voluta modestia di don Gianni – ma, oltre i valori, il metodo, quello che don Gianni ama definire “disciplina”, vale a dire il bilancio e il confronto che esso rende possibile. Questa situazione ha permesso e facilitato l’emergere di figure disposte a farsi carico delle esigenze di coordinamento di BdG su base volontaristica e con spirito di servizio, in un clima di fiducia reciproca che ha escluso qualsiasi tentazione di potere. L’organizzazione leggera, pensata per una campagna a termine e imperniata su una segreteria tecnica più un luogo di coordinamento quale l’incontro periodico dei referenti dei gruppi locali, nel tempo ha visto affiancarsi i convegni annuali, come luogo di decisione sulle scelte di BdG e programmazione periodica delle attività, e il gruppo dei promotori come luogo di ideazione e di stimolo per dare gambe alla Campagna.
Se questa lettura organizzativa è corretta, anche per questa via si vede come la natura di BdG si sia progressivamente spostata da campagna ad associazione, aumentando in complessità, e quindi altro non si tratterebbe che di formalizzare l’esistente. La persistenza del metodo bilancista costituirebbe la garanzia di mantenimento del proprio stile di leadership.
Permane, tuttavia, una difficoltà, che giustifica il timore espresso da alcuni: in genere, gli statuti associativi prevedono come unico strumento di democrazia interna l’istituto della delega, mentre il nostro stile di leadership, coerente con la cultura politica di riferimento di BdG tende ad affermare una partecipazione diretta o con le minori mediazioni possibili. La formalizzazione dell’esistente, perciò, lungi dall’essere facile richiederà uno sforzo creativo per contemperare partecipazione e delega, per evitare che la prima soccomba alla seconda e, alla lunga, la leadership diffusa sia ricondotta a una spenta leadership istituzionale.
Va da sé che tutto questo discorso suppone che la costituzione di BdG in persona giuridica derivi dal fatto che abbiamo deciso, dopo la passata, e insieme e attraverso quella, di riprendere in mano la politica, e che i nostri interlocutori su questo piano abbiano bisogno di trovarsi davanti una realtà non solo riconoscibile per la sua proposta, ma anche riconosciuta nei suoi meccanismi di funzionamento.
Sui processi decisionali all’interno della nostra Campagna
Credo che le idee che ho cercato di esporre parlando di forma giuridica abbiano chiarito anche questo punto, senza bisogno di dilungarmi oltre.
Fausto – Brescia
Mi viene chiesto di fare una riflessione in merito alla figura giuridica che la Campagna BdG può assumere. Non sono un esperto in questo campo, ma dopo una chiacchierata, peraltro molto informale, con altri bilancisti romani è emerso che forse l’Associazione è l’unica figura possibile. Ed esattamente a me piacerebbe l’ASSOCIAZIONE DI FAMIGLIE BILANCI DI GIUSTIZIA.
Nasce però subito un problema, come associazione di persone possono aderire i singoli componenti, e non credo, il nucleo familiare, che sarebbe sicuramente meglio a mio parere, perché più in linea con la nostra campagna. Questo però sicuramente eviterebbe di far considerare “diversi” i single, che non sono pochi all’interno della nostra realtà.
Per quanto concerne gli organi ed i momenti decisionali ci sono altri problemi. Così il nostro incontro nazionale potrebbe contenere anche l’assemblea dell’Associazione. Il gruppo dei promotori potrebbe essere una sorta di consiglio direttivo con compiti puramente esecutivi. Ma il problema maggiore riguarderebbe l’incontro dei referenti, che è forse il momento più importante per le decisioni che si prendono. Mi sembra difficile trovare un modo di identificarli all’interno dell’Associazione. Ora sono dei delegati dei singoli gruppi, che si incontrano ogni tre mesi per confrontarsi ed appunto per prendere determinate decisioni (..penso p.es. all’adesione alla rivista Atreconomia…). Una volta divenuti Associazione BdG come andrebbero inquadrati i referenti? Sarebbe allora necessario strutturare pure i singoli gruppi? Mi pare complicato. Quindi ritengo che bisognerebbe riflettere meglio su questa figura, peraltro impossibile da eliminare, perché molto utile.
Pierstefano – Roma
Come ho già riportato nel corso dell’incontro referenti di novembre, il gruppo ha forti perplessità sul progetto: sentiamo ovviamente l’importanza di sostenere un esperimento editoriale come Altreconomia, ma ci pare inutile far diventare i Bilanci un’associazione solo per entrare nella società, quando ci sono altri modi – a nostro parere altrettanto efficaci – per diventare interlocutori della redazione e dare una mano alla rivista. Dalla costituzione di un comitato editoriale di appoggio cui potrebbero partecipare rappresentanti dei Bilanci, all’impegno dei bilancisti nel diffondere la conoscenza della rivista, al sostegno economico attraverso gli abbonamenti.
Piuttosto, se i Bilanci di Giustizia si pongono il problema di cambiare il proprio assetto, non essere più una campagna e diventare un’associazione, questa scelta va valutata indipendentemente dal problema posto da Altreconomia.
Diventare un’associazione, oltre all’impegno e al costo economico, cambierebbe inevitabilmente la natura dei Bilanci, modificando quella struttura leggera e diffusa che fa sì che la partecipazione ai gruppi nasca da un’adesione estremamente motivata dal punto di vista ideale e che lascia, contemporaneamente, libero spazio al carattere e alla creatività di ogni singolo gruppo.
D’altra parte diventare associazione a livello nazionale consentirebbe ai Bilanci di partecipare a progetti e di accedere a finanziamenti pubblici: se ci sono necessità di questo tipo allora l’associazione è, subito o fra pochi mesi, inevitabile.
Diventare associazione, inoltre, ci permetterebbe di essere davvero un “soggetto politico” consentendoci, ad esempio, di far sentire la nostra voce in occasioni ufficiali come l’incontro organizzato dal Manifesto a Roma la scorsa settimana. Questo, però, comporta una struttura interna molto più articolata dell’attuale e ci costringerebbe ad affrontare il problema della rappresentanza e della delega, insomma, della gestione del potere.
Un’ultima considerazione. Ad oggi i Bilanci hanno un solo incontro nazionale all’anno: ha senso immaginare un’associazione i cui soci si incontrano in assemblea così raramente?
Ci sembra che la struttura attuale risponda ancora bene alle necessità dei Bilanci: tutti i singoli gruppi che ne hanno avuto bisogno si sono costituiti in associazione senza cambiare l’assetto della campagna nazionale e crediamo si possa andare avanti ancora così.
P.S. Forse, ben prima di porsi il problema dell’associazione nazionale, se vogliamo parlare di “efficacia politica” dei bilanci dovremmo ragionare di coordinamento e azioni comuni a livello regionale…
Dalma e Gruppo di Torino
M’ILLUMINO DI MENO
16 FEBBRAIO: GIORNATA DEL RISPARMIO ENERGETICO
Non siamo i soli quest’anno ad occuparci del tema dell’energia…. Maurizio Pallante ci chiede di diffondere alcune sue riflessioni sull’appuntamento del 16 febbraio lanciato da lui stesso e da Caterpillar, ecco qui sotto le considerazioni sue e dei conduttori di Cateripillar.
In concomitanza con l’entrata in vigore del trattato di Kyoto, la trasmissione radiofonica Caterpillar, organizza per il giorno 16 febbraio la prima giornata nazionale del risparmio energetico. L’iniziativa verrà preparata a partire da oggi, 18 gennaio, e si propone di ridurre i consumi di energia attraverso una riduzione degli sprechi e delle inefficienze che si possono ottenere:
– con una gestione più attenta nel quotidiano degli elettrodomestici, dell’illuminazione, del riscaldamento;
– con l’uso di elettrodomestici e lampade a maggiore efficienza e con l’introduzione di modifiche strutturali nei propri impianti energetici e negli edifici (coibentazione, doppi vetri, infissi).
Per quanto riguarda la gestione del quotidiano, verranno forniti suggerimenti da adottare nei propri comportamenti e verranno fatte conoscere iniziative già attuate da singoli individui, famiglie, gruppi, associazioni, scuole, uffici, officine ecc.
Per quanto riguarda le modifiche strutturali verranno dati consigli tecnici e suggerimenti di metodologie contrattuali che consentono di non effettuare spese d’investimento iniziali, ma di ammortizzarle con i risparmi economici conseguenti ai risparmi energetici che si ottengono.
Ma c’è un aspetto in più, che costituisce l’obbiettivo emblematico di questa iniziativa ed è strettamente connesso alle caratteristiche del mezzo radiofonico e della trasmissione che se ne fa promotrice: la verifica della riduzione dei consumi di energia elettrica il giorno 16 febbraio, attraverso i dati dei consumi di chilowattora elettrici forniti in tempo reale sul sito del Gestore della Rete Nazionale di Trasmissione. In questo modo si potrà misurare quanto l’adozione di comportamenti finalizzati a ridurre gli sprechi e a usare in modi più razionali l’energia riesca a incidere nella riduzione delle emissioni di CO2 a livello nazionale.
Fate girare questa comunicazione tra gli amici, i parenti, i vicini di casa, le classi, i partiti, le società sportive. Mi piacerebbe che tutte le persone che ho incontrato nel corso di queste attività, a cui mi uniscono profondi legami etici e affinità di scelte di vita, assumessero l’impegno di contribuire a raggiungere il 16 febbraio un risultato di grande rilievo, vivendolo come una competizione sportiva. Come una gara in cui si deve raggiungere il punteggio più alto possibile. Il risultato che si otterrà non avrà soltanto un valore emblematico, ma costringerà le nostre istituzioni ad assumere comportamenti coerenti con gli impegni assunti – per ora soltanto a parole – a Kyoto.
Maurizio Pallante
Le sorti del pianeta sono da sempre una delle preoccupazioni principali di Caterpillar. La questione energetica è uno dei temi su cui si gioca il futuro del globo terracqueo: l’attività umana richiede sempre maggiori quantità di energia, e, nonostante i grossi passi avanti della ricerca, non esistono ancora fonti energetiche completamente pulite, sicure, rinnovabili, e competitive. Noi crediamo che il problema possa essere allora ribaltato e affrontato da un’altra angolazione: se manca energia (e mancherà sempre di più in futuro), invece che produrne di più, possiamo consumarne di meno! Ecco il perché di una giornata dedicata al risparmio energetico. In un’ottica decrescente conviene molto di più risparmiare sull’energia consumata, piuttosto che affannarsi a produrne di più in condizioni economiche, sociali e ambientali sempre più difficili. Abbiamo deciso quindi di indire per il 16 febbraio la prima giornata nazionale dedicata al risparmio energetico. Per dimostrare che risparmiare è immediatamente possibile, è vantaggioso dal punto di vista ambientale, redditizio in termini economici e conveniente per la società.
In Italia, terra povera di materie prime atte a produrre energia elettrica, esiste un enorme e inutilizzato giacimento di energia pulita, rinnovabile, eterna e gratuita, questo giacimento è il risparmio energetico, e il 16 febbraio sarà il giorno in cui inviteremo tutti a saccheggiare in maniera gioiosa questo sterminato pozzo senza fondo.
Esistono centinaia di studi scientifici che dimostrano in termini pratici quanto si possa risparmiare adottando stili di vita e di consumo alternativi, ci sono già compagnie private che lavorano e guadagnano sul risparmio altrui, offrendo consulenze energetiche alle imprese, ma fino ad ora è mancato un appuntamento unico, nazionale, che coinvolgesse tutte queste forze in un’impresa simbolica, possibile e certificabile, è mancata ad oggi una giornata di festa del risparmio energetico. L’aspetto ludico, sarà fondamentale per convincere il grosso della popolazione a partecipare in maniera attiva all’evento: la giornata sarà una vera e propria corsa contro il tempo per risparmiare il più possibile sul consumo reale di elettricità di quelle ventiquattro ore. Il consumo, è visibile in tempo reale sul sito ufficiale del GRTN (il gestore della rete elettrica), che costituirà quindi, come in una sorta di Telethon il “tabellone” luminoso della giornata. L’idea è quella di coinvolgere, preparandoli nel mese che precede l’evento, soggetti e gruppi eterogenei, in modo da garantire a chiunque una partecipazione autentica, in uno sforzo collettivo in cui chi più consuma più risparmia. Scuole, comuni, aziende, privati, caseggiati, artigiani, quartieri, negozi, automobilisti, semplici ascoltatori, tutti potranno partecipare e trovare a Caterpillar e sul nostro sito informazioni su come applicarsi, risparmiare e partecipare alla giornata. Decaloghi di comportamento saranno resi disponibili dal comitato scientifico che garantirà la serietà dell’evento e certificherà il risultato ottenuto. Del comitato scientifico fanno parte Maurizio PALLANTE, Mario PALAZZETTI e Gianni TAMINO.
La speranza, nel lanciare questa iniziativa è che una volta passata la festa, i trucchi appresi, i comportamenti consigliati, i risparmi certificati, possano convincere quante più persone possibili nel proseguire questi sforzi per un’inversione strategica di rotta, che possa giovare non solo hic et nunc al sistema-paese ma anche e soprattutto a coloro ai quali lasceremo in eredità il nostro pianeta.
Massimo Cirri, Filippo Solibello.
VOLETE UN RAPPORTO ANNUALE FRESCO E TEMPESTIVO
ANZICHE’ STAGIONATO E TARDIVO?
INVIATECI TUTTI (VECCHI E NUOVI ADERENTI) LE VOSTRE
SCHEDE DI RIEPILOGO ANNUALE
ENTRO IL 31 GENNAIO!!!!!
…E A VENEZIA PARTE IL
“CAMBIERESTI ?”
Da sempre nella nostra Campagna è presente l’attenzione per il significato politico delle nostre scelte, e alla riflessione su questo tema abbiamo anche dedicato l’ultimo Incontro Annuale.
Questo riguarda le scelte che facciamo noi in prima persona, la nostra azione politica però a volte ha la forma del sasso nello stagno: noi serviamo da provocazione, ma poi sono i cerchi che si allargano a causare effetti impensati. Questo ci suggerisce il Progetto “Cambieresti? – Consumi, Ambiente, Risparmio Energetico e Stili di vita” che si sta avviando nel Comune di Venezia.
Il progetto è stato finanziato dal Ministero per l’Ambiente nell’ambito dei programmi di attivazione e attuazione di Agende 21 locali, è molto ambizioso, perchè propone a 1000 famiglie del comune di provare a rivedere i propri consumi per essere in grado di scegliere ciò che serve realmente al proprio benessere, nel rispetto dell’ambiente e della giustizia verso i popoli del sud del mondo.
La sfida della sperimentazione è proprio quella di provare a coinvolgere persone molto diverse ma che inizino ad attuare piccoli cambiamenti per uno stile di vita più sostenibile. E questa sfida è stata raccolta da una amministrazione pubblica!
I campi di interesse della sperimentazione, che inizierà a marzo e si concluderà a dicembre, toccano diversi aspetti della vita quotidiana e spaziano dal risparmio energetico, all’uso razionale delle risorse, dalla mobilità, all’alimentazione, dal consumo critico, equo e solidale, all’uso dei prodotti eco-compatibili per la casa e l’edilizia, dalla medicina naturale, all’uso intelligente del tempo libero…
Le 1000 famiglie partecipanti saranno divise in gruppi di lavoro in cui troveranno sostegno, occasioni di formazione e di scambio e supporto al monitoraggio dei cambiamenti effettuati.
I Bilanci di Giustizia sono tra i partner di questo progetto e ci sentiamo particolarmente coinvolti nel vedere fino a dove arriveranno i cerchi del sasso….
Il Progetto Cambieresti? ha anche un sito su cui trovare altre informazioni www.cambieresti.net
INCONTRO REFERENTI DEL 29 GENNAIO 2005 A BOLOGNA
ATTENZIONE IL POSTO NON E’ IL SOLITO!!!!
Parrocchia Santa Maria Maggiore
via Galliera, 10 tel 051-264674
Come vi abbiamo già anticipato ci confronteremo sul tema dell’Incontro Annuale 2005, cominceremo la discussione sulle possibili forme, anche giuridiche, in cui strutturare la nostra Campagna e raccoglieremo le idee sulla nostra partecipazione ad Altreconomia.
IMMAGINI CHE NON POTETE PERDERVI
Prossimamente grazie all’intenso lavoro di tutte le persone che si sono prodigate a immortalare le immagini dei bilancisti in vacanza lavoro alla Mendola, alle persone che le hanno sapientemente raccolte e artisticamente arricchite è finalmente pronto il CD con le foto dell’Incontro Annuale 2004.
Per la felicità di tutti quelli che hanno già potuto goderne e per la curiosità di tutti gli altri troverete nel CD anche lo spezzone di Matrix prodotto dal gruppo di Firenze.
Appena possibile forniremo una copia a ogni Referente da far girare nel Gruppo Locale.
Per tutto questo un grazie particolare al nostro instancabile Patrizio.
…E PER FINIRE CON UN PO’ DI FANTASIA
Il pelo magico
C’era una volta un povero pastore che possedeva solo un gregge di pecore. Un giorno il pastore, che si chiamava Ernesto, radunò tutte le sue pecore per tosarle. Ad un certo punto mentre ne tosava una sentì una vocina proveniente dal pelo.
Impaurito fece un salto all’indietro e battè la zucca contro un albero dietro di lui, il pelo disse:”Se non mi taglierai esaudirò tre tuoi desideri”. Ernesto fece come detto e dopo espresse il suo primo desiderio:”Voglio essere la persona più ricca del mondo!”disse e così fu, poi:”Voglio diventare immortale!” e così fu. Infine l’ultimo desiderio lo usò così:”Voglio essere il padrone di questo pianeta!”. Il pelo lo accontentò.
Dopo qualche anno uno schiavo di Ernesto trovò casualmente il pelo magico, che era disposto a soddisfare solo un desiderio, lo schiavo si accontentò e chiese: “Vorrei che tutti, sulla terra, vivessero alla pari per sempre!” e così fu. Ernesto si trovò ne più ne meno come gli altri che prima erano minori di lui.
Leonardo (8 anni) – Quarrata