Il riscaldamento corrisponde al 70% del consumo energetico domestico e rappresenta, poiché viene soddisfatto principalmente da fonti energetiche quali il gasolio e il gas metano (per altro meno inquinante), una delle principali fonti di inquinamento da ossidi di zolfo, cioè delle piogge acide
Se da un lato il bisogno di un’abitazione calda sia da considerarsi uno dei bisogni essenziali, in particolare nel freddo inverno trentino, va però sottolineato come il margine di risparmio energetico, e quindi di diminuzione dell’inquinamento (che significa aumento della qualità della vita!) sia molto elevato e meriti una riflessione in proposito.
In primo luogo è possibile diminuire il consumo di energia per il riscaldamento utilizzando le innovazioni tecnologiche.
Il contributo della tecnologia
“Le ‘superfinestre’ sono la chiave del Fattore 4 (di riduzione) per quanto riguarda l’abbattimento dei consumi energetici degli edifici. Le ‘supefinestre’ sono costituite da strati sottili prodotti con tecnologie avanzate che lasciano entrare la luce visibile, ma riflettono i raggi infrarossi”. Tipi diversi di finestre possono essere utilizzati a seconda del lato di esposizione: a nord quelle che permettono il passaggio di luce; quelle che riducono al minimo l’ingresso del calore a mezzogiorno, nei luoghi dove le estati sono calde, e versioni intermedie per le esposizioni a ovest ed est. Il grande vantaggio di queste finestre è quello di ridurre il consumo per il riscaldamento e il condizionamento, richiedendo un minor fabbisogno di energia e di combustibile, in conseguenza dell’elevato potere isolante. Va infatti ricordato che la metà del calore prodotto dagli impianti di riscaldamento viene disperso nell’ambiente esterno.
Le ‘superfinestre’ sono disponibili sul mercato europeo sono dal 1993 e sono naturalmente ancora molto costose. Alcuni studi dimostrano tuttavia che il risparmio energetico derivante dalla loro installazione può essere ammortizzato in tre anni, sia per quel che riguarda gli edifici di nuova costruzione che per quelli vecchi. Negli Stati Uniti esistono già 10.000 edifici dotati di queste finestre…in Italia, a quando un po’ di innovazione?
Alcuni consigli per l’isolamento dell’edificio
Intanto, per isolare le parti finestrate, è sempre possibile applicare una seconda di lastra di vetro all’esterno di quella esistente, oppure installare un secondo serramento.
Le misure di isolamento degli edifici non si riducono tuttavia alle sole finestre e sono un elemento essenziale di cui tener conto in ogni operazione di costruzione o di ristrutturazione di edifici. Un buon isolamento permette di risparmiare fino al 25% di combustibile. Ai vantaggi per l’ambiente (e per il portafoglio!) vanno aggiunti quelli del comfort dovuto ad una più uniforme ripartizione della temperatura ambiente. “Tra i materiali consigliati: l’argilla espansa, da impastare con poco cemento, valida per risolvere il problema di un solaio o di un sottotetto non praticabile; il poliuretano, materiale giallino e duro commercializzato in lastre (viene usato anche nelle pareti dei frigoriferi); la fibra di cocco”. Oltre alle finestre, le parti dell’edificio che vanno isolate sono: i cassonetti nei quali sono riposte le tapparelle avvolgibili, gli impianti di riscaldamento, i muri perimetrali che separano ambienti non riscaldati da quelli riscaldati, i pavimenti del primo piano riscaldato, tetti e sottotetti. Per la coibentazione delle pareti esterne la soluzione migliore è quella di isolare l’intercapedine, poichè evita sia i problemi di condensa che gli accumuli di calore nei muri esterni. L’aria chiusa è un ottimo isolante, migliore, dal punto di vista termico, e più ecologico del polistirolo o della lana di vetro.
L’isolamento più importante rimane quello del sottotetto che può far risparmiare fino al 25-30% sui costi di riscaldamento. Esso va coibentato applicando del materiale isolante parallelamente alla pendenza del tetto, in caso di sottotetto praticabile, oppure rivestendo il pavimento, affinchè il calore che sale dall’edificio non scaldi inutilmente il volume d’aria del sottotetto.
Combustibili e impianti a confronto
Tra i tanti possibili sistemi di riscaldamento è inoltre molto importante saper scegliere, mettendo a confronto i pro e i contro di ciascuno. Per quanto riguarda i tipi di combustibili fossili quello più conveniente economicamente e meno inquinante è il gas metano, che non contiene impurità di zolfo e non libera nell’aria anidride solforosa. (Non elimina però l’emissione di anidride carbonica!) Inoltre non lascia fuliggine nella caldaia facilitando la manutenzione dell’impianto, che è un elemento essenziale per farlo funzionare efficientemente, e quindi risparmiare energia. Anche il riscaldamento a legna va rivalutato per il suo basso costo e il basso inquinamento (se ben funzionante!). La tabella 1 permette di confrontare i diversi combustibili rispetto alle emissioni nocive.
Tabella 1
Inquinanti emessi dai principali combustibili da riscaldamento (in grammi/gigajoule di calore) |
|||||
Anidride solforosa |
Ossidi di azoto |
Polveri |
Ossido di carbonio |
Anidride carbonica |
|
Carbone |
70 a 500 |
50-150 |
10 a 55 |
1000 a 10.000 |
91.610 |
Gasolio |
75 |
20 a 40 |
0,5 a 1 |
10 a 70 |
72.945 |
Legna |
49 |
100 |
5 a 50 |
100 a 1000 |
100.000 |
Metano |
0,3 |
10 a 40 |
0,1 |
10 a 70 |
55.371 |
Fonte: Union Federale des Consommateurs, Parigi, novembre 1990
Una radicale sostituzione dell’olio combustibile con il gas metano in tutte le abitazioni permetterebbe una notevole diminuzione dell’inquinamento a costi relativamente bassi. A questo si devono gli incentivi statali del 1990/91 che favoriscono la conversione.
Va inoltre sottolineato che una gestione autonoma del riscaldamento (al contrario dell’impianto centralizzato) non è solo conveniente dal punto di vista economico, ma consente una maggiore responsabilizzazione del singolo consumatore (o famiglia) che può misurare in maniera diretta l’entità del proprio consumo ed, eventualmente, l’effetto dei propri sforzi nel risparmiare energia.
Vanno inoltre adottati alcune ulteriori attenzioni:
- Regolare l’impianto di riscaldamento solo dopo aver effettuato tutte le possibili strategie di isolamento dell’edificio. Per non avere un impianto sovradimensionato.
- Ogni anno, prima di avviare l’impianto di riscaldamento, eliminare l’aria che si è formata nell’impianto di circolazione. Un gorgoglìo nel termosifone è segno di presenza di aria nelle tubazioni. L’aria va scaricata attraverso gli appositi rubinetti.
- Regolare la temperatura a livelli diversi nelle diverse stanze. Se nella sala dove si lavora possono essere necessari 20°, nel corridoio possono bastare 15 e nella stanza da letto 18 sono più che sufficienti. Una ottimale disposizione delle stanze (con le stanze che si desiderano più calde a sud) permette di risparmiare energia per il riscaldamento.
- Più caloriferi da tenere a temperature meno elevate sono più efficienti che pochi caloriferi bollenti. Meglio aggiungerne alcuni nelle stanze più fredde piuttosto che elevare la temperatura di tutto l’appartamento.
- Avere un tasso ottimale di umidità in casa: l’aria troppo secca provoca disidratazione e lascia una sensazione di freddo. I migliori umidificatori naturali sono le piante.
- Non lasciare il riscaldamento acceso più di 12-14 ore al giorno, utilizzando un cronotermostato.
- Far pulire la caldaia dell’impianto di riscaldamento almeno una volta per stagione.
- Se i caloriferi sono sotto le finestre va ricordato che più profondo è il davanzale e più è il calore che rimane nella stanza.
- Se è troppo caldo, meglio spegnere i caloriferi che aprire le finestre.
- Per cambiare l’aria meglio aprire totalmente una finestra per qualche minuto che lasciarla a lungo socchiusa. Non fumare nei locali riscaldati permette di non dover cambiare l’aria troppo spesso.
- I caloriferi vanno tenuti puliti, perché la polvere riduce l’emissione di calore. Lo stesso effetto hanno tutti i metodi per nasconderli (tendaggi o mobiletti), che andrebbero dunque evitati.
L’alternativa: sfruttare l’energia gratuita del sole…
La fonte di energia decisamente più economica e più sostenibile è però il sole. Nonostante anche un impianto ad energia solare abbia un suo “zaino ecologico” (dovuto ai materiali utilizzati e all’impatto ambientale dovuto alla sua costruzione), non è quasi possibile confrontare l’impatto di un tradizionale sistema che usa energia fossile con uno solare, poiché il grande vantaggio dell’energia prodotta dal sole (al contrario di tutti i tipi di energia fossile, anche del metano!) è che essa è completamente rigenerabile. L’uso dell’energia solare per il riscaldamento, afferma l’Umwelt Bundes Amt (Agenzia federale tedesca per l’ambiente) rappresenta una valida alternativa che potrebbe coprire il 40% del bisogno energetico della Germania.
A fronte di costosi pannelli solari che trasformano l’energia solare direttamente in energia elettrica, il manuale per le famiglie ecologiche, pubblicato dall’agenzia federale tedesca, suggerisce come metodo ottimale, i collettori solari, che raccolgono i raggi solari al fine di riscaldare l’acqua che scorre negli stessi e che soddisfa non solo il fabbisogno di acqua calda (per la cui produzione viene consumato il 20% dell’energia casalinga), ma integrati con un sistema di riscaldamento a gas, consentono di ridurre i consumi per il riscaldamento stesso fino al 50% di energia prodotta con combustibili fossili durante tutto l’arco dell’anno. Il sistema si basa sulla combinazione di due diversi sistemi che permette di massimizzare la produzione di energia solare nel periodo estivo (coprendo l’intero fabbisogno) e di minimizzare quella prodotta con il combustibile nel periodo invernale.
Se funziona nella fredda e nuvolosa Germania, perché non nella solare Italia? In effetti questo tipo di impianti comincia ad essere diffuso anche nelle valli del Trentino, dove non è raro osservare sui tetti delle casi neri pannelli orientati a sud. Un’alternativa tuttavia ancora da potenziare…per un futuro davvero più sostenibile!