Non è che non se la possano permettere, sono semplicemente persone che fanno una scelta di responsabilità e di libertà. La responsabilità di ridurre i danni provocati dall’auto (inquinamento dell’aria e acustico, utilizzo dello spazio, incidenti) e la libertà di non possederne una, con tutti i vantaggi che ne derivano.
“Meno stress, meno spese, meno pensieri inutili. Amo camminare in città, alla fine del lavoro. I miei percorsi sono passeggiate nella bellezza, un po’ in bici un po’ a piedi” racconta Eva di Firenze. “I vantaggi? La riduzione delle spese, in particolare quella dell’assicurazione che rappresentava per me un incubo” fa eco Denis, di Faenza. “Inoltre la riscoperta di “vivere la città” pedalando o “con i piedi”: noti scorci mai visti, incontri e saluti un sacco di gente in più; riesci ad essere più in sintonia con lo scorrere delle stagioni. Rallentano i ritmi, i tempi si dilatano un pochino e pedalando si pensa meglio. Un po’ di moto tutti i giorni fa bene! E parcheggiare? Mi scappa da ridere…”
Aggiunge Stefano, di Milano, “mi piacerebbe evitare di parlare dei vantaggi economici ma l’auto comporta una spesa incalcolabile sul budget di ognuno di noi. Benzina, assicurazione, bollo, ricambi, autostrada: ora li ho trasformati in libri, musica, viaggi e cose che mi interessano sul serio… Enormi vantaggi anche in termini di tempo. E’ l’auto che ci mette fretta, provare a camminare da un posto all’altro o andarci in bici ti cambia i ritmi mentali, ti senti sempre meno in ritardo e ridai al tempo la sua giusta importanza. E’ più bello passare il sabato mattina a leggere un libro di Douglas Adams piuttosto che portare la macchina a lavare! I vantaggi sono tantissimi e forse, dire che vivere senz’auto migliora la qualità della vita sembra banale, ma per me è cosi, vivo meglio, molto meglio!”
Perfino vivendo nella periferia di Roma questa scelta sembra possibile e vantaggiosa. Raccontano Mariarosa e Paolo: “Non dover cercare parcheggio, ci permette di arrivare come gli automuniti al lavoro, anche nelle distanze lunghe (14+14km); quello che “perdiamo” pedalando, lo riguadagnamo mentre gli altri cercano disperatamente parcheggio”.
Nessun inconveniente dunque? La spesa, il freddo, la pioggia, la notte, gli imprevisti?
“Tra i vantaggi: la spesa Zen. Non ci vedrai mai riempire ossessivamente carrelli, perché abbiamo zaini e borse laterali di capienza dignitosa. “Gli inconvenienti? Devi “rivoluzionare” i tuoi modi di pensare gli spostamenti. Devi “scroccare” passaggi ai tuoi amici (ma basta offrire poi una birra). Per esigenze particolari devo chiedere l’auto in prestito a mio padre (3 volte all’anno). Non puoi assecondare tutte le tue voglie istintuali di raggiungere un posto”. E ancora: “A volte devo spostare oggetti ingombranti o pesanti, oppure mi devo recare in luoghi non serviti da mezzi pubblici, allora finché è possibile, uso l’auto di mia madre: è
un’occasione per andarla a trovare”.
E se ci sono dei bambini? “A dire il vero i nostri 3 sono contenti del fatto che da un anno non possediamo più un’auto. A loro piace andare e tornare da scuola a piedi o in bici” dice una coppia di Rovereto, entrambi lavoratori fuori casa. “Durante la settimana ci si organizza senza auto, personalmente ho riscoperto la bici. Per la spesa grossa e quando piove preferisco chiedere l’auto a qualcuno. L’estate scorsa siamo stati 4 volte a Pisa, 2 volte in treno e 2 con auto prestate. L’auto ci è invece proprio necessari nei fine settimana per andare in montagna perchè i mezzi pubblici non lo permettono…”
Gli “auto free”, pur usandoli, sono accumunati da una certa delusione verso l’efficienza dei mezzi pubblici. “Le ferrovie dello stato fanno di tutto per farmi venir voglia di andare a vivere in un altro paese europeo…”
“Chiaramente se ci fossero mezzi pubblici migliori e più efficienti … La tranvia, una metropolitana interrata… ” “Se non c’è una linea vicino, a Roma, coi mezzi, ci si mette 2ore e 45 per 12km” “I servizi pubblici non hanno attrattiva, e ci si deve molto accontentare”.
Gli autofree non si stupiscono di essere una minoranza, e attribuiscono questa situazione ad un problema culturale: “perché gli italiani hanno l’ossessione di non voler sembrare poveri”. “Siamo succubi di quel pensiero da “boom economico” quando l’automobile iniziò a rappresentare simbolo di libertà (e di individualismo). Culturalmente l’automobile è “carica” di potere: di muoversi, di andare veloci, di comodità”. “Vedo l’auto come un mezzo superato, anacronistico. Ci fanno credere che l’auto che compreremo sfreccierà per strade deserte e ci porterà in posto fantastici, la realtà è di gran lunga diversa.”
Vivere senza possedere un’automobile sembra dunque essere una scelta possibile, se integrata con altre modalità di trasporto (piedi, bici mezzi pubblici, car poooling, car sharing, …). Certo richiede organizzazione, creatività, determinazione, anche un po’ di fantasia. “Maturavo questa scelta da tanto tanto tempo e come tutte le cose è più facile farle che pensarle. Sono contenitissimo di questa decisione e non tornerei indietro”.