Alcune famiglie del gruppo di Bilanci di giustizia di Pistoia hanno deciso di scrivere una lettera al Presidente della Repubblica ed al Presidente del CdA Rai a proposito del rinnovo dell’abbonamento. La proposta che viene fatta è quelle di pagare l’abbonamento fino a giugno e decidere poi se pagare anche gli ultimi sei mesi o fare una sorta di “obiezione”…
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZELIO CIAMPI
presidenza.repubblica@quirinale.it
AL PRESIDENTE DEL C.D.A. RAILUCIA ANNUNZIATA ufficiostampa@rai.it
Scriviamo alla Presidenza della Repubblica (ringraziando sentitamente per l’attenzione concessa alla Legge Gasparri ed alla nostra Costituzione) ed alla Presidenza del C.d.A. RAI per comunicare il forte disagio nei confronti di questa “tassa” che oltre ad andare a gravare sul nostro bilancio familiare, ci lascia perplessi per molti motivi:
1-Ci siamo abbonati con la convinzione che un servizio di informazione pubblico vada sostenuto; con il nostro finanziamento ci sentivamo un po’ “azionisti” del servizio pubblico il quale invece non ha mai mostrato nessun interesse per i suoi abbonati (se non circoscritto all’eventuale cambio di residenza). Lo sconcerto è aumentato quando abbiamo scoperto che ciò che stavamo pagando non era un “abbonamento alla Rai” come veniva chiamato, ma una tassa sulla proprietà della televisione che andava obbligatoriamente pagata al di là del gradimento del servizio e della stessa scelta sull’eventualità di usufruirne o meno (vista la situazione economica del Paese si sta forse pensando anche ad una nuova tassa sul frigorifero o sul forno che tra l’altro usiamo di più?).E’ giusto e legittimo chiamarlo ancora “rinnovo dell’abbonamento TV”?
2- Se si esclude la programmazione dopo le ore 23,00 e qualche “guizzo” di originalità di tanto in tanto, il palinsesto della Rai non si discosta quasi per niente da quello di Mediaset e non ne capiamo il motivo , visto che la funzione dovrebbe essere largamente differente. In più è molto preoccupante sia quanto accaduto nei confronti di Biagi e Santoro, che nonostante i meriti riconosciuti ed i ricorsi vinti non si sono ancora rivisti in tv, sia la censura sul programma della Guzzanti dopo appena una puntata (certo non si trattava di un programma che poteva piacere a tutti ma neppure l’orario di programmazione lo richiedeva) e questi eventi non garantiscono il pluralismo che una televisione pubblica dovrebbe perseguire come obiettivo primario.
3-Nella Rai viene fatto lo stesso uso indiscriminato della pubblicità che nelle reti private, anche fuori dell’autoregolamentazione che le stesse reti si sono date. L’oscura previsione che è stata fatta sulla mancanza della pubblicità su Rai3 nel caso non fosse intevenuto un decreto ad hoc, sinceramente non ci faceva nessuna paura, anzi, finalmente noi e soprattutto i nostri figli, avremmo potuto godere di un programma senza il tormentone della pubblicità. Inoltre se la totalità delle reti Rai si finanzia con pubblicità e telepromozioni come le reti private, che senso ha il nostro finanziamento?
Per quanto sopra enunciato rinnoveremo l’ “abbonamento” fino al 30-06-04 proponendoci di diffondere e discutere con altri la nostra protesta e presteremo particolare attenzione alle iniziative intraprese dall’Azienda Rai prima di decidere se continuare o meno a ritenerci “abbonati”.
Distinti Saluti.